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La Sicilia promossa dall’Ue sull’inquinamento delle acque

La Sicilia ha messo in atto le misure necessarie a ridurre il rischio da inquinamento da nitrati, evitando la scure dell'organismo comunitario

La Sicilia supera lo scoglio della valutazione della Commissione Europea relativamente alla protezione delle acque dall’inquinamento causato dai nitrati provenienti da fonti agricole e si mette in regola, per la propria parte, per quel che riguarda la costituzione di messa in mora di fronte alla quale si è trovata l’Italia.

Con un parere motivato indirizzato al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, notificato a Palazzo d’Orléans, la commissione ha “promosso” la Regione che sull’argomento, grazie all’attività condotta dall’Autorità di bacino della Presidenza della Regione, ha adottato i provvedimenti necessari per consentire la riduzione dell’inquinamento delle acque causato direttamente o indirettamente dai nitrati di origine agricola, e intervenire sulla prevenzione.

Il richiamo di Bruxelles era partito nel novembre del 2018 e reiterato poi nel dicembre 2020, quando l’Ue aveva rilevato in diverse regioni d’Italia, compresa la Sicilia, numerosi superamenti dei valori dei nitrati nelle acque stabiliti dalla direttiva 91/676/Cee, “invitando”, pertanto, il governo italiano a mettersi in regola. Le contestazioni riguardavano essenzialmente il sistema di monitoraggio e la delimitazioni delle cosiddette “Zvn”, le Zone vulnerabili ai nitrati.

Di fronte a tali rilievi, la Sicilia ha messo in atto i ‘programmi d’azione’, vale a dire quelle misure necessarie a ridurre il rischio da inquinamento da nitrati, evitando la scure dell’organismo comunitario.


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