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La Sicilia “si perde” il sole: l’Isola è sesta per potenza istallata e numero di impianti fotovoltaici

Un paradosso per la regione più raggiunta dal sole che "dovrebbe puntare all’egemonia in questo campo"

La Sicilia è solo la sesta regione d’Italia per potenza istallata e numero di impianti fotovoltaici. La superano Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e la Puglia con il doppio della potenza istallata e un numero inferiore di impianti. Un paradosso per la regione più raggiunta dal sole che “dovrebbe puntare all’egemonia in questo campo”, ha detto Franco Lannino, segretario regionale della Filctem Cgil regionale, aprendo un dibattito organizzato dal sindacato sul tema “La Sicilia verso le fonti rinnovabili”. “La Sicilia, anzi – ha sottolineato Lannino -, utilizzando le condizioni che si profilano per lo sviluppo delle fonti rinnovabili può diventare un hub energetico nel Mediterraneo”. Tra progetti e investimenti già programmati – da quello del parco eolico offshore di Renexia all’investimento di 150 milioni di euro di Erg per un nuovo parco eolico a Roccapalumba, ad esempio – “l’Isola può aspirare a collocarsi tra le regioni che possono dare la maggiore spinta al cambio del processo energetico”, ha sottolineato il segretario nazionale Cgil, Emilio Miceli.

“La Sicilia – ha aggiunto Miceli – come è stata terra strategica nel tempo del fossile e del gas ora, in virtù delle condizioni climatiche deve divenire il luogo più importante dove allocare investimenti, mettendola nelle condizioni di dare un contributo importante ad alzare la soglia e ad arrivare agli 8 GW di potenza da rinnovabili previsti dal Pnrr”. “Un nuovo modello energetico – ha sostenuto il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino – può dare una spinta anche a nuove politiche dell’industria. Serve un’accelerazione complessiva – ha aggiunto – che deve impegnare tutti a partire dalle istituzioni e dalla Regione”. Il sindacato immagina dunque la Sicilia nel ruolo di capofila della transizione energetica, “un processo di lungo periodo che va governato – ha sottolineato Giacomo Rota, segretario generale della categoria nell’Isola – rispettando gli accordi e rendendone i lavoratori protagonisti per evitare la macelleria sociale”. A quest’ultimo proposito, ha sostenuto Rota, “deve essere chiaro che i gas è il vettore che ci accompagnerà durante la transizione”. Oltre agli investimenti, per il sindacato è fondamentale accelerare gli iter autorizzativi. “È inconcepibile – ha rilevato Lannino – che ci vogliano sette anni per una autorizzazione che in Germania si ottiene in pochi mesi, e che nel labirinto multipiano tra Regioni, Comuni e Sovrintendenze, il 50% per cento delle richieste vengano bocciate. Occorre ricercare un bilanciamento – ha sottolineato – dal momento che certo non possiamo sottrarci dalle scelte in questo snodo critico della storia”.

Nel corso del convegno la Filctem ha proposto un’analisi dettagliata, partendo da un stato dell’arte che vede nel 2021, in Sicilia una produzione totale di energia elettrica pari a 16.075 Gwh, alimentata per il 66% da termoelettrica tradizionale, ( di questo 66% il 74% è gas e il 26% petroliferi; perquanto riguarda le rinnovabili il 21% è produzione eolica, l’11% fotovoltaica e il 2% idroelettrica. La produzione di energia elettrica nell’Isola al 31 dicembre 2021 è generata sulla base di una potenza installata di circa 9.934 MW, di cui, 5.663 MW di potenza termica alimentata da 110 impianti. Mentre la quota parte di potenza installata di rinnovabili è complessivamente pari a 4.271 MW e più dettagliatamente: eolico onshore 2.010 MW da 898 impianti di generazione, solare 1529 MW da 64.437 impianti, la gran parte nelle reti di media e bassa tensione e una parte minima nell’alta tensione; 732MW idroelettrico da 31 impianti. Tra gli obiettivi indicati dal sindacato la riconversione dei siti che ospitano le centrali termoelettriche e le raffinerie utilizzando l’energia prodotta dalle fonti energetiche rinnovabili per alimentare la produzione di energia verde “una importante soluzione – ha sostenuto Lannino – anche per accumulare energia quando la produzione delle fonti rinnovabili è superiore al fabbisogno della rete”. Accelerare l’istallazione degli impianti dunque in un’ottica che tenga anche conto del problema dello storage. A questo proposito per il sindacato occorre puntare anche sul pompaggio idroelettrico, realizzando gli impianti necessari, “la soluzione più idonea- ha affermato Lannino – per la conservazione energetica a media e larga scala puntando all’obiettivo di una capacità complessiva di accumulo di 1.693MW”. Un processo “complesso e di lungo periodo quello della transizione energetica – ha sostenuto Lannino- del quale occorre valorizzare tutte le opportunità, realizzando una transizione giusta e socialmente sostenibile”.


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