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L’insegnante che ha denunciato la preside arrestata a Palermo: “Chi criticava subiva ritorsioni”

La denuncia ha dato poi il via alle indagini che hanno svelato che la dirigente scolastica si appropriava del cibo della mensa e degli iPad assegnati ai ragazzi e acquistati con i fondi Ue

“Esiste una sorta di circuito consolidato secondo il quale se si rientra nelle grazie della preside si ha vita facile all’interno della scuola, altrimenti si vivono ritorsioni che rendono all’interno del plesso la vita molto difficile, come ad esempio quando ho denunciato unitamente a una collega il non rispetto delle normative Covid a due quotidiani online e subito dopo è stato indetto un collegio docenti in urgenza in cui la preside stessa chiedeva a tutti i docenti di smentire le nostre dichiarazioni sebbene io avessi delle prove fatte di video e fotografie”.

Si apre così il verbale della docente della scuola Falcone dello Zen che ha denunciato la gestione illegale dei progetti europei da parte della preside Daniela Lo Verde, arrestata venerdì scorso (21 aprile) per corruzione peculato. La denuncia ha dato poi il via alle indagini che hanno svelato che la dirigente scolastica si appropriava del cibo della mensa e degli iPad assegnati ai ragazzi e acquistati con i fondi Ue.

Nell’esposto si descrive il clima che si respirava nella scuola, per anni citata come modello di educazione alla legalità. “Tutto questo – ha raccontato l’insegnante ai carabinieri e ai pm – creava nella scuola un clima di pressione a seguito del quale nessuno dei docenti contrastava la preside nelle sue decisioni”.

E ancora: “Il mancato rispetto delle regole all’interno della scuola Falcone è una cosa ricorrente che spazia dalle questioni giornaliere come la gestione degli alunni e della didattica alla gestione dei progetti finanziati dall’Unione Europea. Proprio a riguardo di questo aspetto è utile sottolineare il fatto che la scuola si fregia di portare avanti numerosi progetti sia in orario scolastico che in orario extrascolastico che intanto proprio in virtù di quanto ho appena detto vengono approvati sempre all’unanimità dal collegio e poi non sempre vengono attuati in maniera diligente e completa rispettando i relativi contratti”.

La professoressa, poi trasferita in un’altra scuola, ha riferito, tra l’altro, che la dirigente, visto che i ragazzi disertavano i progetti europei e temeva di perdere i fondi, raccoglieva le firma ad attività concluse.

 

(ANSA)


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