I due presunti capi delle famiglie mafiose di Villaseta e Porto Empedocle, Pietro Capraro e Fabrizio Messina, restano in carcere insieme ad altri cinque indagati. Per altri quattro fermati sono stati disposti gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico e per un solo indagato – fino a questo momento – è stata disposta la scarcerazione per mancanza dei gravi indizi.
Lo hanno disposto i giudici per le indagini preliminari del tribunale di Agrigento, Giuseppe Miceli e Giuseppa Zampino, nei confronti di dodici persone fermate all’alba di martedì nell’ambito dell’inchiesta sulle famiglie mafiose di Villaseta e Porto Empedocle e su un vasto traffico di droga fra la provincia di Agrigento e alcuni Stati esteri.
I gip, pur non convalidando il provvedimento di fermo in quanto non è stato ritenuto sussistente il pericolo di fuga, hanno disposto la custodia cautelare in carcere per Pietro Capraro, 39 anni, ritenuto il boss di Villaseta; Gaetano Licata, 40 anni, vice di Capraro e per un periodo reggente della famiglia e Fabrizio Messina, 50 anni, capo della famiglia mafiosa di Porto Empedocle, già condannato per accuse analoghe come Capraro e Licata.
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