Traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, e spaccio di droga. Sono le accuse contestate a 26 indagati dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo.
La Squadra mobile ha eseguito l’ordinanza del gip che ha disposto per ventuno la custodia in carcere, per gli altri cinque gli arresti domiciliari.
E’ l’esito dell’operazione condotta dalla Squadra mobile di Palermo e dal Servizio centrale operativo, che ha permesso di ricostruire la filiera dello smercio di cocaina e di hashish nel quartiere Sperone di Brancaccio, ritenuto storicamente un fortino blindato. Agenti si sono infiltrati nel quartiere, stabilendo contatti diretti anche con gli esponenti di vertice del gruppo criminale.
L’indagine ha permesso di raccogliere elementi sulla modalità di gestione dell’affare e, soprattutto, sulla ramificazione degli interessi di Cosa nostra sulla distribuzione dei guadagni. La vendita dello stupefacente avveniva continuativamente nell’arco delle 24 ore, con una rigida organizzazione dei turni di pusher e vedette.
Le fasi esecutive dell’operazione hanno visto il contributo dei Reparti Speciali, di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine, delle unità cinofile nonché del Reparto Volo. Numerose le perquisizioni allo Sperone nei confronti di altri indagati emersi a vario titolo nell’indagine.
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