fbpx

In tendenza

Mafia, confiscati patrimoni a fedelissimi di Riina e Provenzano

La confisca comprende l’abitazione familiare di Corleone di Calogero Giuseppe Lo Bue, indicata negli atti giudiziari relativi alla cattura di Bernardo Provenzano come "fermo posta" per l’inoltro della corrispondenza al tempo destinata al padrino

Confiscati beni per oltre 3 milioni di euro ai boss di Corleone, fedelissimi di Totò Riina e Bernardo Provenzano. I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito due distinti provvedimenti emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale, su proposta della procura, a carico di Rosario Salvatore Lo Bue, del figlio Leoluca, nonché di Calogero Giuseppe Lo Bue, deceduto, ritenuti esponenti del mandamento di cosa nostra di Corleone di cui il primo è stato il reggente. I provvedimenti hanno sancito la definitiva confisca di rapporti bancari, abitazioni, terreni, polizze assicurative, complessi di beni aziendali e di un magazzino.

La confisca comprende l’abitazione familiare di Corleone di Calogero Giuseppe Lo Bue, indicata negli atti giudiziari relativi alla cattura di Bernardo Provenzano come “fermo posta” per l’inoltro della corrispondenza al tempo destinata al padrino.

Le indagini patrimoniali, eseguite dal Ros hanno permesso di documentare il regime di monopolio mafioso nel quale Rosario Salvatore Lo Bue e il figlio Leoluca, mediante prestanomi, hanno operato, prevalentemente nel settore agroalimentare, biologico e dell’allevamento di bestiame, beneficiando anche dei relativi contributi comunitari.

Le attività investigative hanno interessato il mandamento mafioso di Corleone, colpito dalle operazioni “Patria”, “All stars” e “Grande passo” e dai sequestri beni effettuati nel tempo a carico di altri esponenti del medesimo mandamento tra cui quelli riconducibili al defunto capo mafia Totò Riina.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni