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Maltrattavano bambini a scuola: chiesti due anni per gli insegnati

Avanzate da parte delle famiglie, anche le richieste di risarcimento del danno. A dicembre la parola alle difese e la sentenza

La pubblica accusa ha chiesto la condanna a due anni di carcere per le due insegnanti di una scuola dell’infanzia di Vittoria, nel Ragusano. Erano finite a processo – con giudizio immediato – per maltrattamenti aggravati e in concorso ai danni dei bambini di una classe.

Le due donne il 20 gennaio 2020, al termine di una attività di indagine svolta dalla Polizia di Stato – Squadra mobile e commissariato di Vittoria erano state poste ai domiciliari. Dalle indagini e dal materiale audio e video raccolto, in base alle cronache dell’epoca emerse che le due donne attuavano ai danni dei bambini “gratuite e inaudite violenze fisiche e verbali.

Quotidianamente e senza alcun motivo le donne insultavano, umiliavano, spintonavano, strattonavano e percuotevano le povere vittime indifese che ormai, impietrite, sottostavano ai continui maltrattamenti e vessazioni, senza reagire e senza potere, data la tenerissima età”, tutti al di sotto dei 3 anni, “neanche raccontare le angherie subite ai genitori”. Per Giovanna Guastella e Giovanna Campailla – che vennero sospese dal servizio per un anno -, il processo iniziò ad aprile del 2020 con 24 parti offese che in buona parte si costituirono parte civile. La pubblica accusa nell’udienza odierna, rappresentata in aula dal sostituto procuratore Monica Monego, ha considerato solidi gli elementi di prova in merito alla colpevolezza delle due insegnanti.

Il pm nella sua requisitoria ha sottolineato come le argomentazioni difensive non abbiano mutato il quadro indiziario e probatorio che portò alla applicazione di una misura restrittiva da parte del giudice per le indagini preliminari confermata anche dal Tribunale del Riesame. Un clima di terrore in quella classe, ha detto il pm, e schiaffi, tirate di capelli, espressioni verbali violente e minacciose non possono rientrare nella fattispecie dell’abuso dei mezzi di correzione ma sono configurabili come maltrattamenti.


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