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Manifestazione a Roma di Cateno De Luca: “no a sistema agroalimentare classista, meno Europa e più equità”

La manifestazione ha rappresentato un' occasione per esprimere una netta opposizione alla creazione di un sistema agroalimentare classista promosso dall'Europa, che per De Luca tende a discriminare i prodotti italiani ed europei rispetto a quelli extraeuropei

Oggi, a Roma, in Piazza dei Santi Apostoli, si è svolta la manifestazione promossa da Sud Chiama Nord, che ha visto la presenza di circa mille persone provenienti da tutta Italia. Presenti numerosi sindaci compreso il sindaco della città metropolitana di Messina Federico Basile, unitamente ai rappresentanti della deputazione siciliana e nazionale di Sud chiama Nord. Sul palco la presidente di Sud chiama Nord Laura Castelli, Gianni Fabris per Altra agricoltura, Maurizio grosso – Sifus, Giancarlo Nardozzi – Goia.

Avevamo chiesto un momento a Lollobrigida per un confronto successivo a questa piazza, ci ha detto di no“, ha raccontato Laura Castelli aprendo la manifestazione. “Quando un politico si chiude in una stanza – ha aggiunto Castelli – questo non può essere chiamato un politico. Ci avrebbe potuto dire che ci ascoltava. La politica è fatta di dialogo, di ascolto. Ci sono invece intere categorie che nessuno vuole più ascoltare. E allora scendiamo in piazza e ci facciamo sentire.”

La manifestazione ha rappresentato un’ occasione per esprimere una netta opposizione alla creazione di un sistema agroalimentare classista promosso dall’Europa, che per De Luca tende a discriminare i prodotti italiani ed europei rispetto a quelli extraeuropei. “Sud Chiama Nord non può accettare che l’Europa porti avanti un progetto finalizzato alla creazione di un sistema agroalimentare classista“, ha dichiarato il leader del movimento Cateno De Luca. “Siamo qui a rivendicare meno Europa e più equità. Il sistema delle quote introdotto ha fatto saltare l’equilibrio del tradizionale settore produttivo italiano, mettendo a rischio la competitività dei medi e piccoli produttori che rappresentano un patrimonio fondamentale per la nostra agricoltura“.

La manifestazione ha voluto denunciare le scelte portate avanti nell’ambito della Politica Agricola Comunitaria, che hanno causato una contrazione della produzione agricola italiana ed europea e l’invasione dei mercati da parte di prodotti provenienti da Stati con costi di produzione molto più bassi, senza rispettare le norme ambientali e sociali. In particolare, sono stati evidenziati gli effetti devastanti del cambiamento climatico sul settore agricolo, con eventi meteorologici estremi che hanno messo in ginocchio diversi comparti agricoli in Italia.

Sud Chiama Nord ritiene che sia necessario un cambio di rotta nelle politiche agricole italiane ed europee“, ha aggiunto De Luca. “Occorre un impegno concreto per sostenere il settore agricolo, con investimenti pubblici mirati alla modernizzazione delle infrastrutture e alla promozione delle produzioni locali di qualità“.

Queste le richieste avanzate da Sud chiama Nord: Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali. Piano straordinario di ristrutturazione delle esposizioni finanziarie delle aziende agricole e delle cooperative. Riprogrammazione del Green Deal ed interventi sistemici. Combattere il dumping economico dei prodotti agricoli dei paesi extra UE. Abolizione dei vincoli e incentivi sulla produzione agroalimentare. Detassazione e semplificazione burocratica. Disincentivare la produzione ed il consumo di cibi sintetici. Limitare i danni prodotti dalla fauna selvatica. Rivalutazione della figura dell’agricoltore. Certificazione di origine e di qualità dei prodotti extraUE e potenziamento dei controlli agli ingressi. Piano straordinario quinquennale per l’agricoltura italiana. Basta con l’iniquo baratto: immediata revisione dei trattati europei.

In merito alle risorse finanziarie necessarie per mettere in campo queste manovre, Sud Chiama Nord ha le idee chiare. Propone di modificare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per ottenere i fondi necessari. Inoltre, si suggerisce di utilizzare il REPowerEU per finanziare la compensazione ai costi dell’energia nei cicli produttivi e nella transizione energetica. Allo stesso tempo, si auspica che il Piano Nazionale di Coesione (PNC) e i Fondi Strutturali e di Investimento Europei (FSC) vengano impiegati per finanziare infrastrutture, acquisti, servizi e forniture necessari al settore agricolo. Infine, Sud Chiama Nord invita a considerare anche altri piani e programmi europei 2021-2027 per finanziare infrastrutture, acquisti, servizi e forniture nel settore agricolo.


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