fbpx

In tendenza

Marittimo bloccato in Ucraina: fuggito con la famiglia da Kherson, domani l’imbarco per la Sicilia

In città sono rimasti una quarantina di italiani: a caccia di cibo, senza medicine, con corridoi umanitari concordati e che hanno interessato cittadini di altre nazionalità

Ancora sei ore per raggiungere Bucarest e domani l’imbarco per Palermo. “Abbiamo dormito finalmente sereni”, dice all’Agi Giovanni Bruno, siciliano di Pozzallo che sabato è scappato da Kherson con la moglie e la piccola figlia e ha raggiunto Odessa. Da lì il giornalista di Radio Rai, Simone Zazzera, gli ha dato un passaggio per Palanca in Moldavia, un’ora e mezza di macchina, ultimo passo verso la certezza di essere in salvo. Giovanni ha cambiato tono della voce; ieri, un pianto liberatorio mentre si trovava sul pullman che gli ha permesso di attraversare la Moldavia e di raggiungere Iasi in Romania. Oggi, la ripartenza verso Bucarest con un amico che è arrivato in loro soccorso. “Ora – aggiunge – il pensiero è di arrivare a Pozzallo”.

È stato un viaggio difficile. Dopo 24 giorni a Kherson, con la città isolata dalla presenza dei militari russi, Giovanni Bruno ha deciso di partire. In città sono rimasti una quarantina di italiani: a caccia di cibo, senza medicine, con corridoi umanitari concordati e che hanno interessato cittadini di altre nazionalità (secondo fonti filorusse), Bruno premeva perché si arrivasse a una soluzione anche per i cittadini italiani, con la speranza di potere abbandonare Kherson in sicurezza e il prima possibile.

È stato un dramma anche interno alla famiglia della moglie di Giovanni. Il padre della donna ha meno di 60 anni, non può lasciare l’Ucraina: la legge marziale impedisce agli uomini tra i 18 e 60 anni di farlo. I ragazzi, invece, dovevano mettersi in salvo, con la loro nipotina. Hanno deciso di andarsene, appoggiati dalla famiglia della moglie, e, presa l’auto, sono partiti sabato in mattinata. Prima un tratto di costa, poi verso Mycolaiv e infine Odessa. Parecchi check point affrontati con paura, ma il viaggio è proseguito senza intoppi. Giovanni avvisa la Farnesina, prende contatto con il consolato italiano a Odessa dove arriva nel tardo pomeriggio di sabato. Il passaggio al confine con la Moldavia è di domenica mattina. Zazzera prende contatto con lui dopo avere appreso dall’Agi della sua presenza a Odessa. In Moldavia, per quanto racconta Giovanni, la Farnesina aveva messo a disposizione un’automobile, a cui lui rinuncia. Prende il pullman e da Palanca e arriva a Iasi. Ad aspettarlo, un altro amico dei tanti che si sono prodigati per lui e la sua famiglia.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni