Il boss Matteo Messina Denaro, ancora una volta, ha rinunciato a comparire al processo che si celebra davanti alla Corte d’assise d’Appello di Caltanissetta, nell’aula bunker del carcere Malaspina, nel quale è accusato di essere uno dei mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Anche questa volta, la sedia della postazione in videocollegamento dal supercarcere di L’Aquila, dove l’ex superlatitante, catturato a Palermo il 16 gennaio, è detenuto, è rimasta vuota. La Corte, presieduta dal giudice Maria Carmela Giannazzo, aveva predisposto il collegamento con il penitenziario abruzzese.
In primo grado, il capomafia del trapanese è stato condannato all’ergastolo. A conclusione della sua requisitoria, il procuratore generale Antonino Patti ha chiesto la conferma della condanna. Nell’udienza di oggi è prevista l’arringa dell’avvocato Adriana Vella, nominata difensore d’ufficio del boss.
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