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Messina Denaro: concessi i domiciliari al medico del boss

Tumbarello è anziano, ha superato i 70 anni e per questo il giudice ha ritenuto possibile dargli una misura meno grave rispetto al carcere

Il gip del tribunale di Palermo Alfredo Montalto ha concesso gli arresti domiciliari ad Alfonso Tumbarello, il medico di Campobello di Mazara (Trapani) in carcere dal 7 febbraio con l’accusa di avere avuto un ruolo determinante nella latitanza di Matteo Messina Denaro. Accolta l’istanza degli avvocati Gioacchino Sbacchi e Giuseppe Pantaleo: Tumbarello è anziano, ha superato i 70 anni e per questo il giudice ha ritenuto possibile dargli una misura meno grave rispetto al carcere.

Il sanitario risponde di concorso esterno in associazione mafiosa e procurata inosservanza di pena: il suo ruolo, data la malattia dell’ex superlatitante arrestato il 16 gennaio in una clinica di Palermo, sarebbe stato determinante per la prosecuzione della trentennale fuga di Messina Denaro, dato che Tumbarello si sarebbe occupato delle prescrizioni per la cura del cancro, intestate al prestanome dell’identità al boss, il geometra Andrea Bonafede, nato nel 1963 e omonimo di un cugino nato nel 1968 e anche lui coinvolto nella vicenda.

Tumbarello avrebbe anche visitato personalmente Messina Denaro e quindi avrebbe saputo benissimo che in realtà il suo assistito era il boss di Castelvetrano.

Le cure assicurate personalmente da Tumbarello hanno garantito a Messina Denaro non solo le prestazioni sanitarie necessarie per le gravi patologie sofferte, ma soprattutto per quel che qui rileva, la riservatezza sulla sua reale identità, e dunque continuare a sottrarsi alle ricerche, restare a Campobello di Mazara, e gestire l’associazione mafiosa”, aveva scritto il gip Montalto nell’ordinanza che il 7 febbraio ne aveva disposto l’arresto. Per il giudice è stato provato in modo “incontrovertibile che costui ha visitato più volte Messina Denaro e ne è divenuto stabile interlocutore del lungo e tormentato percorso terapeutico del suo assistito”, seguendo “il percorso del paziente per i successi due anni, continuando a prescrivergli delicatissimi e costosissimi esami diagnostici”.


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