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Messina Denaro, la madre al capezzale del boss in coma irreversibile

Affetto da forma tumorale al colon allo stato terminale, Messina Denaro è ricoverato in una stanza del nosocomio, nella blindatissima ala riservata ai detenuti dove sono state adottate ferree misure di sicurezza, tra sorveglianza attraverso le videocamere e la presenza massiccia di agenti dei vari Corpi di polizia

Prosegue l’agonia del super boss della Mafia, Matteo Messina Denaro, nonostante i medici dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila avessero considerato molto difficile addirittura superare la prima notte dall’accertamento dell’irreversibilità delle sue condizioni di salute. E invece l’ex Padrino di Cosa Nostra resta stabile pur nell’estrema gravità del suo quadro: profondamente sedato, in uno stato di coma irreversibile, senza più alimentazione, così come egli stesso aveva chiesto nel suo testamento biologico.

Intanto oltre la figlia Lorenza da poco riconosciuta e la nipote Lorenza Guttadauro (suo avvocato di fiducia) al capezzale è arrivata anche la madre del boss: l’ultraottantenne, Lorenza Santangelo, moglie di “Don Ciccio” Messina Denaro, capomafia della provincia di Trapani alla fine degli anni 80.

Il 62enne, da giorni in carico al team della terapia del dolore, due giorni fa ha fatto registrare un miglioramento dei parametri della pressione e della diuresi. Ma è chiaro che tutti sono pronti a gestire la sua fine.

Affetto da forma tumorale al colon allo stato terminale, Messina Denaro è ricoverato in una stanza del nosocomio, nella blindatissima ala riservata ai detenuti dove sono state adottate ferree misure di sicurezza, tra sorveglianza attraverso le videocamere e la presenza massiccia di agenti dei vari Corpi di polizia.

È entrato in ospedale l’8 agosto, dopo aver sostenuto le cure chemioterapiche nell’ala di massima sicurezza del carcere delle Costarelle, dove il 17 gennaio è stato portato in regime di 41 bis subito dopo l’arresto a Palermo. Ha affrontato i cicli di chemioterapia nella speranza di combattere il cancro che lo affliggeva dal 2020.

In estate i medici hanno dovuto trasferirlo al “San Salvatore”: prima per problemi di natura urologica e poi per un intervento all’intestino, a causa di una occlusione. Per questa ragione ha affrontato una degenza lunga post operatoria nel reparto di Terapia Intensiva e poi è stato trasferito in quello riservato ai detenuti. La sua salute si è rapidamente deteriorata, costringendo i medici a interrompere la chemioterapia a causa della sua debolezza fisica. Per questa ragione è stato sottoposto a terapia del dolore e poi sedato.     In un testamento biologico, il boss ha espresso chiaramente la sua volontà di non subire accanimento terapeutico, chiedendo agli operatori sanitari di idratarlo, ma di non rianimarlo né alimentarlo artificialmente. L’ospedale San Salvatore è stato letteralmente blindato per queste lunghe settimane. Le forze dell’ordine, sia in uniforme che in borghese, sono schierate per garantire la sicurezza del boss.

La decisione di trasferire il capomafia in un ospedale, anziché mantenerlo in regime di isolamento carcerario 41 bis, è stata supportata e chiesta con forza dalla sua famiglia, rappresentata appunto dalla legale e nipote Lorenza Guttadauro e dalla giovane figlia Lorenza, che si sono trasferite all’Aquila per essere vicine a lui in questo momento critico. L’irreversibilità del coma di Messina Denaro ha portato i medici a interrompere tutte le procedure che lo tengono in vita, e il suo avvocato, che è anche tutore legale, è stato presente durante questo doloroso processo. Non è possibile prevedere quanto tempo il paziente possa sopravvivere, ma i medici e l’ospedale stanno preparando le fasi successive alla sua morte, compresa la consegna della salma alla famiglia. Non sarà un’operazione agevole, sebbene tutte le fasi post decesso sono già da tempo al vaglio delle istituzioni e delle forze dell’ordine, che hanno messo a punto protocolli rigidissimi.


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