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Migranti, in 470 a bordo della Geo Barents aspettano un porto: 195 i minori

La maggior parte dei minori non sono accompagnati, due bambini hanno meno di un anno di età

I 470 migranti a bordo della Geo Barents, la nave di ricerca e soccorso di Medici senza frontiere, sono ancora in attesa di un porto sicuro dove poter sbarcare.

Tra loro ci sono 195 minori, di cui la maggior parte non accompagnati, e 2 bambini al di sotto di un anno di età. Le persone a bordo sono state soccorse a partire dall’alba del 9 maggio e nel corso delle successive 72 ore da 7 diverse imbarcazioni in pericolo nelle zone Sar libica e maltese (in coda al comunicato il riepilogo delle 7 operazioni).

Le imbarcazioni sono state avvistate dal ponte della Geo Barents grazie alle segnalazioni di Alarm Phone e il supporto di Pilotes Volontaires, un’organizzazione francese che supporta le operazioni di ricerca e soccorso in mare tramite avvistamenti aerei. Nessuna delle imbarcazioni è stata identificata dai centri di coordinamento di soccorso marittimo.

“È incomprensibile come dopo tutti questi anni di viaggi mortali nel Mediterraneo l’onere maggiore di salvare vite in mare sia ancora delle organizzazioni umanitarie come Msf. Almeno 24 mila persone sono ufficialmente annegate o disperse in mare dal 2014 e l’Europa continua a chiudere gli occhi di fronte a quanto succede ai suoi confini meridionali”, dice Juan Matias Gil, capomissione Sar di Msf.

Gli ultimi due soccorsi sono stati eseguiti dal team di Msf in zona Sar maltese, ma le autorità maltesi non sono intervenute. La maggior parte delle persone sopravvissute a bordo della Geo Barents “ha subito abusi e violenze di vario genere, incluse violenza sessuale e lavoro forzato. Quattro di loro hanno intrapreso il loro viaggio nel Mediterraneo con ossa fratturate, a causa delle violenze subite in Libia”.

Una delle persone a bordo della Geo Barents soffre di diabete e, nonostante abbia bisogno costante di insulina, non l’ha assunta per settimane. “Tutte le 470 persone a bordo sono fisicamente o mentalmente vulnerabili e hanno bisogno di sbarcare in un posto sicuro il prima possibile”


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