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Migranti: in arrivo altri 4 cadaveri a Lampedusa, aperte due inchieste. In 900 lasciano l’isola con nave Diciotti e traghetti

Due le ipotesi di reato, per il momento a carico di ignoti: favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato

La procura della Repubblica di Agrigento ha aperto due inchieste per fare luce sui naufragi in area Sar maltese. Due le ipotesi di reato, per il momento a carico di ignoti: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato. Le indagini sono state delegate ai militari della Capitaneria di porto, che si sono occupati dei soccorsi, e alla Squadra mobile di Agrigento. Quest’ultima, come primo passaggio investigativo, interrogherà le due donne della Costa d’Avorio tratte in salvo dalla Capitaneria e i 46 superstiti soccorsi dal peschereccio tunisino.

Altre quattro salme di migranti sono arrivate a Lampedusa a bordo di una motovedetta della Capitaneria di porto. Si tratta di alcune vittime del naufragio di questa mattina in area Sar maltese. Sulla motovedetta anche 86 persone. Le vittime recuperate dopo i naufragi sono 8.

La prefettura di Agrigento ha predisposto un piano di trasferimenti dall’hotspot di Lampedusa dove, dopo gli ultimi approdi, si è raggiunta la cifra di 2.500 ospiti a fronte di una capienza massima che sfiora le 400 unità. Durante la notte, con il pattugliatore della Guardia di finanza, sono state trasferite 128 persone in direzione Pozzallo. Per la tarda mattinata è stato programmato il trasferimento, con il traghetto di linea per Porto Empedocle, di altri 180 migranti. E’ previsto, invece, per il primo pomeriggio l’arrivo a Lampedusa della nave Diciotti della Guardia Costiera che durante la notte ha mollato gli ormeggi da Pozzallo. Saranno circa 600, ma il numero complessivo è ancora in corso di definizione, i migranti che lasceranno l’hotspot di contrada Imbriacola.

Proseguono, intanto, gli approdi. L’ultimo in ordine di tempo è un barchino di 7 metri, con a bordo 43 persone fra cui 19 donne e 2 minori originarie di Costa d’Avorio, Mali e Guinea. Il mezzo è stato soccorso dalla Guardia costiera. Il gruppo, che ha riferito d’essere salpato da Sfax, in Tunisia, alle 21 di venerdì, è stato sbarcato alle 7 sul molo Favarolo. Ieri a Lampedusa erano stati registrati complessivamente 37 sbarchi con un totale di 1.387 persone. Il giorno prima c’erano stati 43 arrivi con 1.778 immigrati. Un’emergenza senza precedenti a cui si somma l’ennesima tragedia del mare. I numeri definitivi dei due naufragi avvenuti ieri in acque maltesi – i soccorsi sono stati gestiti dalla Guardia costiera italiana – sono di 8 vittime e 97 superstiti. Le salme e gli ultimi sopravvissuti sono arrivati sull’isola durante la notte.

Le autorità italiane hanno disposto il fermo della nave Louise Michel, dell’omonima ong, finanziata dall’artista Banksy, contestando delle violazioni del nuovo decreto. A riferirlo, su Twitter, sono gli stessi attivisti, aggiungendo che non è stata data alcuna spiegazione ufficiale: “Ci impediscono di lasciare il porto e prestare soccorsi in mare”.  Prima di arrivare a Lampedusa, ieri, la nave aveva soccorso alcuni barchini nel Mediterraneo e i salvataggi erano stati effettuati anche da Capitaneria e Guardia di finanza a bordo di alcune motovedette.

“Dopo aver effettuato il primo intervento di soccorso in acque libiche, la nave Louise Michel contravveniva all’impartita disposizione di raggiungere il porto di Trapani, dirigendosi invece verso altri tre barconi sui quali, peraltro, sotto il coordinamento dell’Imrcc (Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo), stavano già dirigendo in soccorso i mezzi della Guardia Costiera italiana. È questo il motivo che, ai sensi del cosiddetti decreto ong, ha portato al fermo della nave Louise Michel da parte dell’autorità marittima di Lampedusa“. Lo riferisce in una nota la Guardia Costiera.

L’unità era giunta ieri nel porto dell’isola con a bordo 178 migranti, soccorsi su 4 diverse imbarcazioni (il primo evento avvenuto in aera SAR libica, i successivi 3 in area SAR maltese). Il provvedimento è stato emesso a seguito degli accertamenti effettuati da IMRCC Roma – autorità coordinatrice dei soccorsi – in base al DL 1/2023, convertito nella legge 15/2023 e recante “disposizioni urgenti in materia di transito e sosta nelle acque territoriali delle navi non governative impegnate nelle operazioni di soccorso in mare”. L’unità, nello specifico, dopo aver effettuato il primo intervento di soccorso in acque libiche, contravveniva all’impartita disposizione di raggiungere il porto di Trapani, dirigendo invece su altre 3 unità di migranti sulle quali, peraltro, sotto il coordinamento di IMRCC Roma, stavano già dirigendo in soccorso i mezzi della Guardia Costiera italiana”.

“Le disposizioni impartite alla nave Ong, valutate le sue piccole dimensioni – si legge ancora nel comunicato – erano altresì tese a evitare che la stessa prendesse a bordo un numero di persone tale da pregiudicare sia la sua sicurezza che quella delle imbarcazioni di migranti a cui avrebbe prestato soccorso. La non osservanza delle disposizioni, inoltre, ha rallentato il raggiungimento di un porto di sbarco per i migranti salvati nel primo intervento, inizialmente individuato in quello di Trapani dal ministero dell’Interno, inducendo così a ridisegnare la decisione in modo da far convergere l’arrivo della Ong, per motivi di sicurezza e di urgenza, nel porto di Lampedusa, già peraltro sollecitato dai numerosi arrivi di migranti di questi ultimi giorni. A tale comportamento che già di per sé complicava il delicato lavoro di coordinamento dei soccorsi, si sommavano le continue chiamate dei mezzi aerei Ong che hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione del centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato”.


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