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Migranti, neonato scivolato in acqua dalla madre morta, era ancora vivo

Anche il secondo disperso non si è buttato in acqua per recuperare il corpo del bimbo ma è svenuto mentre era seduto a bordo della barca

Il neonato finito in acqua e disperso durante la notte, prima che le motovedette della Capitaneria di porto andassero a soccorrere il barchino con oltre 40 migranti a bordo e 8 cadaveri, era ancora vivo. È caduto perchè la madre, che lo stringeva forte a sè per proteggerlo dal freddo, ha perso i sensi facendolo scivolare in acqua.

L’episodio è stato ricostruito dalla procura della Repubblica di Agrigento, che ha avviato un’indagine. Per tutta la mattinata, 41 dei 42 superstiti (uno è minorenne) sono stati ascoltati con i mediatori culturali che hanno ricostruito la vicenda chiarendo pure le incomprensioni iniziali.

In un primo momento i soccorritori avevano compreso che il piccolo era stato lanciato dalla madre per disperazione dopo che era morto. In realtà a morire per prima è stata la madre e il piccolo è caduto in acqua. Anche il secondo disperso, contrariamente a quanto ricostruito in un primo momento, non si è buttato in acqua per recuperare il corpo del bimbo ma è svenuto mentre era seduto a bordo della barca. Una storia agghiacciante a cui i superstiti hanno aggiunto alcuni particolari: i migranti hanno raccontato che, da giorni, avevano finito i viveri e bevevano l’acqua del mare. Il procuratore reggente di Agrigento, Salvatore Vella, ha disposto l’autopsia sugli otto cadaveri.


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