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Minacce al procuratore di Agrigento, anarchico citato in giudizio

L'uomo è in carcere per l'accusa di essere stato legato ai gruppi anarco-insurrezionalisti e avere compiuto diversi attentati

Tre lettere di minaccia dal carcere, che seguivano una prima missiva, con cui comunicava al procuratore della Repubblica facente funzioni di Agrigento, Salvatore Vella, che avrebbe organizzato un attentato contro lui e altri magistrati che sarebbero “saltati in aria“. Il pubblico ministero della procura di Caltanissetta, Chiara Benfante, ha disposto la citazione a giudizio di Mauro Rossetti Busa, di Lucca, 65 anni, in carcere per l’accusa di essere stato legato ai gruppi anarco-insurrezionalisti e avere compiuto diversi attentati.

Rossetti Busa, che sta scontando una condanna a 7 anni, 9 mesi e 10 giorni di carcere per un assalto incendiario a un distributore dell’Eni e alla sede di Casapound a Firenze, era stato messo sotto inchiesta dal pm per un danneggiamento in carcere. E così, secondo la ricostruzione dei fatti, gli aveva inviato una prima lettera dai contenuti intimidatori. “Le mie capacità vanno molto più avanti, cioè se solo volessi posso anche arrivare a gambizzare, e dove non posso ho la capacità di associarmi con qualsiasi gruppo antagonista. Quindi, con voi appartenenti di questo Stato, o istituzioni non vi riconosco, quindi vi dico subito di mantenere le distanze sennò mi porterete di arrecarvi seri problemi e rivendico quanto ho dichiarato“: è questo il contenuto di una missiva fatta recapitare il 14 maggio del 2021.

Il pm della procura di Caltanissetta, Chiara Benfante, aveva disposto, quindi, la prima citazione a giudizio per l’accusa di minaccia. Contestata anche l’aggravante di “aver commesso la minaccia avvalendosi della forza intimidatrice derivante da segrete associazioni esistenti o supposte” e di “aver commesso il fatto contro un pubblico ufficiale a causa dell’adempimento delle proprie funzioni“. Rossetti Busa, peraltro, oltre ad avere collezionato denunce e arresti in serie in Toscana e condanne per danneggiamenti e assalti anarchici, nel marzo del 2004 minacciò un pm in aula: “Ti mando un pacco-bomba, la prossima sarà per te e per questi sbirri”, disse alludendo all’invio, il giorno precedente, di una busta esplosiva al sindaco di Firenze. Dopo la prima lettera, secondo l’accusa, ne avrebbe inviate altre tre con cui alzava decisamente il tiro. Nella prima si rammaricava per non essere stato preso troppo sul serio e annunciava di volere colpire ma non “con la solita bottiglia molotov” ma “facendo saltare in aria” lo stesso Vella e “altri colleghi della Toscana“. E poi ancora aveva inviato una seconda lettera annunciando di avere organizzato un attentato contro una struttura statale precisando che non avrebbe potuto farlo personalmente in quanto detenuto ma che lo avrebbe fatto organizzare da altri con l’uso di esplosivo in modo da creare un clima di tensione. Nella terza lettera, aggiungendo che il procuratore Vella faceva parte di una “costituzione statale di mer…“, ribadiva che l’avrebbe fatto saltare in aria. L’udienza “filtro”, prevista dalla riforma Cartabia, è stata fissata per l’8 maggio.


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