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Minacce di morte e botte alla moglie: condannato

Il 19 dicembre del 2021 uno degli episodi più gravi: la donna sarebbe stata aggredita mentre si trovava insieme alla madre e teneva in braccio la bimba di 2 anni

Tre anni e sette mesi di reclusione per le accuse di maltrattamenti e lesioni aggravate: i giudici della prima sezione penale, presieduta da Alfonso Malato, hanno condannato un ventottenne di Palma di Montechiaro con l’accusa di avere picchiato e minacciato di morte la moglie, di tre anni più giovane, prima e durante il procedimento di separazione. La donna sarebbe stata maltrattata dal luglio del 2020 al dicembre dell’anno successivo, fino a quando non ebbe il coraggio di denunciare l’episodio ai carabinieri. Le aggressioni fisiche e verbali avrebbero avuto sempre la stessa finalità: impedirle di rifarsi una vita senza di lui. “Se ti fai un’altra vita – le avrebbe detto – do una pistolata in fronte a tuo fratello”. E poi ancora: “Sei una tr…, non ti faccio rifare una vita”. Le aggressioni sarebbero state anche fisiche: la ragazza sarebbe stata colpita con calci e pugni per impedirle di avviare altre relazioni. “Se ti senti con un altro – avrebbe detto -, ti faccio vedere io. Bast… tr….”.

Il 19 dicembre del 2021 uno degli episodi più gravi: la donna sarebbe stata aggredita mentre si trovava insieme alla madre e teneva in braccio la bimba di 2 anni. Il ventottenne avrebbe provato a strapparle la bimba dalle mani tirandole i capelli, sputandole addosso, strattonandola e colpendola con un violento pugno alla nuca. I giudici hanno stabilito anche un risarcimento dei danni di 15 mila euro nei confronti della presunta vittima che si è costituita parte civile con l’assistenza dell’avvoato Loredana Gueli.


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