Minacce e l’ombra della mafia sulla distribuzione dell’acqua a Barcellona Pozzo di Gotto, nel Messinese. Agenti della Squadra mobile di Messina e del commissariato di Milazzo hanno arrestato e posto ai domiciliari due persone accusate di avere aggredito gli amministratori di un Comune della fascia tirrenica, provocando l’interruzione della fornitura di acqua potabile secondo l’ordine determinato dalle autorità; contestati i reati di violenza e minaccia a pubblico ufficiale e interruzione di un pubblico servizio. In particolare, al fine di fronteggiare la sempre più pressante crisi idrica, l’amministrazione comunale aveva programmato le attività di rifornimento di acqua delle diverse aree cittadine sulla base di criteri come l’ordine di prenotazione, con l’intento di assecondare con particolare priorità le Rsa, le famiglie con disabili e, di seguito, le attività commerciali. Durante le operazioni di rifornimento di acqua potabile in un condominio, gli amministratori comunali, presenti durante le attività effettuate con un’autobotte, sono stati contattati da alcuni al fine di condizionare le modalità di approvvigionamento a favore di uno stabilimento balneare della zona.
In un crescendo di gesti intimidatori, i pubblici ufficiali, che inizialmente si erano frapposti, sono stati apertamente minacciati e aggrediti; tra gli aggressori, uno in particolare ha anche speso la propria caratura criminale di appartenenza a un clan mafioso messinese. Gli sviluppi investigativi, coordinati dal procuratore della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, Giusppe Verzera, hanno consentito di accertare che gli amministratori, pressati dalle gravi minacce ricevute, avevano sospeso il rifornimento in corso e dirottato l’autobotte allo stabilimento balneare per garantire la fornitura d’acqua, imposta con la forza delle intimidazioni. Sono così scattati i due arresti.
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