Dopo quasi 11 anni dall’incidente mortale sul lavoro, la Corte di Appello di Messina ha confermato le condanne a un anno e quattro mesi per la morte di Salvatore Bongiovanni, 60 anni, tecnico saldatore di Nicosia (Enna), morto durante un intervento a Letojanni (Messina), nel febbraio del 2014. La vittima, che era titolare di una ditta individuale, aveva ricevuto incarico dall’impresa So.Lo Srl, che aveva in appalto da Siciliacque i lavori di manutenzione e riparazione della condotta dell’Alcantara. Bongiovanni stava operando all’interno di un pozzetto in contrada Papale di Letojanni, per sostituire la saracinesca che era priva del volantino e del perno che avrebbero consentito la manovra in sicurezza dall’esterno. L’uomo fu investito dall’acqua in pressione delle condotte a monte, morendo sul colpo.
Ai responsabili di Siciliacque Spa, ai responsabili della sicurezza in fase esecutiva e al titolare della ditta che aveva l’appalto dei lavori è stato contestato l’omicidio colposo per avere omesso di adottare adeguate misure di sicurezza, per non aver adeguatamente informato il Bongiovanni e per non essersi accertati del completo svuotamento della colonna di acqua in pressione nella conduttura a monte del pozzetto dove il lavoratore si doveva operare. Il processo di primo grado al Tribunale di Messina, si era concluso, il 29 settembre 2023, e ha riconosciuto la responsabilità dell’ingegnere Alberto De Simone, Rup Siciliacque Spa, dell’ingegnere Gaetano Raccuglia, coordinatore della sicurezza, e del legale rappresentante dell’impresa So.Lo, Francesco Pagliuca. In primo grado era stato assolto l’amministratore delegato di SiciliaAcque Spa Stefano Albani che, dopo l’impugnazione dell’assoluzione è stato condannato dalla Corte d’appello solo ai fini civilistici per il risarcimento del danno. Gli altri imputati erano stati condannati, oltre che a un anno e 4 mesi, al risarcimento dei danni in favore dei figli di Bongiovanni, della nuora e della vedova del tecnico specializzato. il consulente tecnico di parte ha dimostrato che la colonna di acqua, lasciata all’interno della conduttura, ha turbinato violentemente con una forza centrifuga, che aveva sbattuto la vittima contro le pareti interne del pozzetto, causandone la morte.
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