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Morte Letizia Battaglia, i messaggi di cordoglio. La camera ardente a Palazzo delle Aquile

Numerosi i messaggi di cordoglio per la morte della fotografa, testimone e narratrice con la sua macchina fotografica per decenni di fatti di cronaca e di mafia

La camera ardente di Letizia Battaglia allestita dalle 12 nell’atrio di Palazzo delle Aquile, sede del Municipio. Lo ha deciso il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, insieme ai familiari della fotografa ed ex assessore comunale, morta ieri sera a 87 anni dopo una lunga malattia. “L’ingresso del pubblico sarà disciplinato secondo le direttive in materia sanitaria legate al Covid-19″, spiegano dal Comune.

“Palermo perde una donna straordinaria, un punto di riferimento. Letizia Battaglia era un simbolo internazionalmente riconosciuto nel mondo dell’arte, una bandiera nel cammino di liberazione della città di Palermo dal governo della mafia. In questo momento di profondo dolore e sconforto esprimo tutta la mia vicinanza alla sua famiglia” ha dichiarato Leoluca Orlando.

“Con Letizia Battaglia se ne va una poetessa. L’unica capace di raccontare, senza dover cercare inutili rime, una Palermo di speranza e disperata”. Lo ha detto Claudio Fava, commentando la scomparsa della fotografa, avvenuta ieri sera.

“Addio a Letizia Battaglia. Una grande fotografa, una grande donna italiana che con la sua arte e le sue fotografie ha portato avanti importanti lotte di denuncia e di impegno civile”. Così il ministro della Cultura, Dario Franceschini, che si stringe ai familiari e agli amici.

“Una donna e una fotografa eccezionale, testimone della Palermo buia e tetra segnata da stragi e omicidi e anche della Sicilia che faticosamente sta cercando di rialzarsi, affrancandosi dalla mafia: tutto questo era Letizia Battaglia, professionista e artista del vero, che il mondo ci invidiava”. Così il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, commentando la morte della famosa fotografa palermitana. “Ai familiari esprimo il cordoglio mio e del Parlamento siciliano”, ha concluso Miccichè.

“Una grave perdita per la famiglia dell’Ora, giornale al quale aveva dato tutto e al quale aveva sempre riconosciuto di dovere tutto”. Così i colleghi di anni di militanza dell’informazione, cresciuti alla scuola della prestigiosa testata palermitana: “Letizia era malata da tempo. Irriverente, iconica, volutamente divisiva Letizia Battaglia ha lasciato il suo segno nella storia della fotografia, ma soprattutto di Palermo che ha voluto raccontare e interpretare, soprattutto attraverso le sue donne. Aveva iniziato come cronista al giornale L’Ora, ma poi è divenuta nota come fotografa di mafia: con il suo gruppo di giovani reporter è riuscita a strappare i primi piani ai boss e a testimoniare alcuni degli eventi più drammatici avvenuti in città. Ma è la Palermo che le scorreva attorno, i volti dei quartieri, come a esempio i famosi occhi neri della ragazza con il pallone sotto il braccio che hanno mostrato anche l’altro volto della città di quegli anni”. Il collettivo di cronisti radunatisi nel gruppo “L’Ora edizione straordinaria” sta diffondendo anche sui social memorie e scatti della fotoreporter.

“Quando cominciammo a lavorare insieme a L’Ora non pensavo che Letizia sarebbe diventata ciò che è diventata. Ero convinto che i marciapiedi di Palermo fossero terreno troppo accidentato per una ragazza di buona famiglia”. Così la ricorda il giornalista Francesco La Licata. “Ci ho messo poco a ricredermi vedendola difendere con passione, qualche volta persino con ferocia – scrive sul gruppo ‘L’Ora, edizione straordinaria’ – la qualità dei risultati e lo spazio che si andava conquistando in un lavoro fino a quel momento pensato solo per gli uomini. Addio, Letizia cara. La tua rivoluzione ha contribuito a cambiare un po’ l’irredimibile Palermo”.

“Se n’è andata a 87 anni. Spero che ci abbia lasciato con uno dei suoi formidabili sorrisi. Letizia aveva nel nome il contrario dell’apparente sentimento dominante della sua città. E nel cognome tutta la grinta della battaglia dei palermitani migliori per cambiare le cose”. Così il giornalista Vincenzo Vasile ricorda Letizia Battaglia, morta ieri sera. Hanno lavorato insieme a L’Ora Vasile e la fotoreporter: “Fotografa è dir poco: l’ho vista avventarsi come scusandosi sulla scena di delitti feroci. Sfottere – con i suoi scatti e le inquadrature più audaci – certi politici della borghesia della quale era figlia. Dichiarare con una foto uno sfrontato amore per la gente minuta, ragazze e ragazzi soprattutto, ritratti nelle pose di una qualunque giornata. Con un collega francese la ricordo mentre spiegava che il lavoro in siciliano si dice travagghio, che è anche parola che evoca il tormento e il dolore del parto: ‘Quando fotografo penso alla gioia di averlo un lavoro, la fatica di tenerselo, il dolore quando finisce, o ti uccide’”. Divenuta famosa per immagini di morte, che rimarranno nella storia, “le piaceva immensamente la vita”, scrive su ‘L’ora, edizione straordinaria’: “Viva Letizia, un bacio alle figlie Shobba Patrizia e Cinzia e a tutti coloro – e siamo tanti – che le abbiamo voluto bene”.

Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’ARS esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Letizia Battaglia. “Ci sono persone che con la loro arte e il loro estro e coraggio – ricordano i deputati M5S – sono destinate a lasciare un segno indelebile nel mondo e questo è il caso di Letizia Battaglia, donna coraggiosa, capace di smascherare con il suo obiettivo il potere della mafia e dei suoi complici. Ai familiari agli amici e alle persone che hanno avuto il privilegio di conoscere e lavorare con Letizia Battaglia, giunga il nostro affettuoso abbraccio” concludono i deputati.

“La Sicilia ieri ha perso un pezzo della sua anima: non possiamo non ringraziare Letizia Battaglia per quei suoi scatti storici, che hanno fissato indelebilmente la nostra Terra, profanata e insanguinata dall’arroganza violenta della mafia. Mi piace anche ricordare il suo impegno, una sorta di missione, a favore di donne e di bambine. A questo proposito, indimenticabile è l’immagine della piccola con la busta del pane, che ha sullo sfondo il quartiere della Kalsa. Attraverso i suoi occhi abbiamo vissuto, anche se solo metaforicamente, la sua straordinaria vita. Voglio salutarla con una sua riflessione: ‘Ho fotografato in tutto il mondo, ma fuori da Palermo le foto mi vengono diverse. Qui c’è qualcosa che mi appartiene, o io forse le appartengo’. Grazie Letizia”. Lo afferma l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà.

“Letizia Battaglia ha catturato coi suoi scatti le anime di Palermo. Quelle delle donne e delle bambine che ha ritratto per tutta la vita, e quella nera della mafia, arrivando spesso sui luoghi dei delitti prima ancora delle forze dell’ordine. Ha impresso con le sue foto il dolore delle vittime, l’arroganza dei boss, il sangue sulle strade, i protagonisti del contrasto a Cosa nostra. Le sue foto rimarranno sempre come testimonianza di ciò che siamo stati e come invito a sognare – e realizzare – un’altra Palermo, un’altra Sicilia. Pochi anni fa mi ha fatto un dono prezioso: un ritratto scattato da lei per un mio libro. L’ho ringraziata allora, e la ringrazio ancora oggi”. Così su Facebook il senatore Pietro Grasso (LeU) ricorda Letizia Battaglia.

Letizia Battaglia è stata non solo una grande fotoreporter ma anche un’attivista del riscatto sociale per la legalità contro la mafia. Grazie per aver tenuto uno sguardo acceso sulla società italiana, onorato di aver collaborato con lei e aver esposto i suoi lavori. Ci mancherà la sua forza creativa e civile”. Lo scrive sul suo profilo Facebook il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, in merito alla scomparsa della fotografa Letizia Battaglia.

Con la sua macchina fotografica ha combattuto per tutta la vita contro mafia e ogni genere di malaffare. Ogni scatto, una denuncia potentissima e coraggiosa. Letizia Battaglia ha raccontato, senza false ipocrisie e fuori dagli schemi, gli anni più tragici e difficili di Palermo, della Sicilia, al mondo intero. Se ne va una grande artista, una donna profondamente innamorata della sua terra. Ai familiari le condoglianze mie e del governo regionale”. Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.

A Letizia Battaglia ITsArt rende omaggio con “La mafia non è più quella di una volta”, documentario concepito da Franco Maresco nel 2017, a 25 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio. Nel film Maresco e Letizia si interrogano su come si possa tramandare, senza svilirlo nel tempo, il ricordo degli eroi vittime della mafia e far sì che il loro sacrificio non sia vano. Il titolo del documentario prende spunto dalle parole di Ciccio Mira, organizzatore di concerti neomelodici (nel 2013 era stato protagonista della pellicola di Maresco Belluscone – Una storia siciliana) che, pur impegnandosi a organizzare un improbabile concerto in memoria di Falcone e Borsellino nel quartiere Zen di Palermo, continua a tradire una certa nostalgia per la “mafia di una volta”.

Il desiderio di guardare in faccia con coraggio la manipolazione politica delle figure dei due magistrati era fortemente sentito da Letizia Battaglia, che non è stata solo una fotografa della “guerra civile” mafiosa scoppiata tra gli anni Settanta e Ottanta, quando era a capo dell’Ufficio fotografico dell’Ora di Palermo, ma una vera attivista politica; insignita nel 1999 del premio Mother Johnson Achievement for Life, dopo un breve periodo a Parigi seguito all’assassinio di Falcone, è tornata a Palermo per inaugurare e dirigere, ai Cantieri culturali della Zisa il Centro Internazionale di Fotografia. Testimone attenta e profondamente coinvolta, ambientalista, regista, editrice, assessore comunale e deputato regionale, con la Sicilia ha mantenuto un legame viscerale, di profonda appartenenza, e la sua arte è stata plasmata dalla simbiosi con la sua città, bellissima e ferita allo stesso tempo. Promossa dal ministero della Cultura, ITsArt nasce per supportare la diffusione e la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale italiano nel mondo ed è la prima piattaforma a offrire un servizio streaming di questo genere a livello internazionale.

“L’immagine parla. E quando è immagine autentica – colta da un occhio affamato di conoscenza e aperto allo stupore – lo fa in maniera inequivocabile, con un linguaggio diretto che traduce l’emozione in domanda e la domanda in azione. Per questo dobbiamo essere profondamente grati a Letizia Battaglia”. Lo afferma don Luigi Ciotti, che aggiunge: “Le sue fotografie non si sono limitate a documentare fatti: hanno espresso il loro lato oscuro, urticante. A volte l’orrore – penso alle foto dei delitti di mafia – altre volte le mute speranze di volti segnati dall’impegno e dal desiderio di vita. Senza Letizia e le sue fotografie che hanno impedito di volgere altrove lo sguardo, la storia di Palermo, della Sicilia, ma anche quella del nostro Paese sarebbero più povere e incomplete”. Il modo migliore di ricordarla, secondo il presidente Libera e Gruppo Abele, “è allora procedere ancora più determinati in quel cammino che ci allontana per sempre dai fatti di morte e sempre più ci avvicina a quelli di vita. Nel segno di una persona generosa e mai conforme, che ha allargato l’obiettivo all’impegno sociale e politico incontrando persone e realtà in ogni parte d’Italia, testimone di quell’inesausta sete di verità che rende la vita umana degna d’essere vissuta”.

“Con le sue foto, Letizia Battaglia ci ha costretto a guardare l’estremamente brutto e l’estremamente bello della città di Palermo e della Sicilia. E ci ha aiutato così a combatterne la mafia e il degrado e a difenderne il patrimonio artistico e ambientale. Una compagna di tante battaglie. Grazie, Letizia”. Lo dicono il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e il responsabile Legalità e memoria storica della Cgil Palermo Dino Paternostro a proposito della scomparsa della fotoreporter Letizia Battaglia. “In questo momento di dolore – aggiungono Ridulfo e Paternostro – siamo vicini alla sua famiglia esprimendo il cordoglio della Cgil Palermo, ricordando la donna straordinaria, la fotografa riconosciuta a livello internazionale che ha catturato nei suoi scatti i mille volti di Palermo, penetrando in ogni suo angolo, e il punto di riferimento che ha rappresentato nel processo di liberazione della città dalla mafia”.


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