Nascondono di essere stati sottoposti ad arresti domiciliari o altre misure cautelari minori per non perdere il diritto all’erogazione del reddito di cittadinanza. Un controllo incrociato delle banche dati ha consento di scoprire i presunti brogli: sei indagati rischiano, adesso, di finire a processo. Il pubblico ministero della procura della Repubblica di Agrigento, Gloria Andreoli, ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto che potrebbe preludere alla richiesta di rinvio a giudizio. Sotto accusa: Francesco Curaba, 62 anni, di Comitini; Cristian Poni, 42 anni, di Agrigento; Domenico Carista, 34 anni, di Agrigento; Gerlando Volpe, 39 anni, di Agrigento; Natalie Verons, 47 anni, belga, residente ad Agrigento e Carmelo Russo, 32 anni, di Agrigento. Nonostante fossero stati sottoposti a divieto di dimora, di avvicinamento alla persona offesa o, addirittura, come nel caso di Volpe, agli arresti domiciliari, avrebbero volutamente omesso di comunicarlo per evitare di perdere il diritto al beneficio.
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni