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Nascose sieropositività alla compagna, poi morta di Aids, chiesto l’annullamento della sentenza a Messina

Vi sarebbe un vizio di forma nella sentenza di primo grado che era stato rilevato dalla stessa difesa dell’uomo

È stato chiesto l’annullamento della sentenza di primo grado emessa nel processo d’appello a Messina nei confronti di un uomo accusato di aver nascosto di essere sieropositivo a una donna che era stata la sua compagna, un’avvocatessa, morta di Aids nel luglio del 2017 dopo lunghe sofferenze.

Essendo all’oscuro di tutto, lei scoprì la verità quando ormai era troppo tardi. ieri si è aperto il processo d’appello, e il rappresentante dell’accusa, il pg Maurizio Salamone ha chiesto ai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Messina di annullare la sentenza che condannava l’uomo a 22 anni per omicidio. Vi sarebbe un vizio di forma nella sentenza di primo grado che era stato rilevato dalla stessa difesa dell’uomo.

L’avvocato Carlo Autru Ryolo, nei motivi di appello aveva evidenziato come due dei giurati che componevano la corte d’assise avevano compiuto 65 anni in corso di processo. Avevano quindi superato il limite massimo di età consentito dalla legge per fare parte della corte d’assise: un particolare che metterebbe a rischio di nullità la sentenza, ripresa nell’intervento del rappresentante dell’accusa.Su tutto dovrà decidere la Corte d’Assise d’Appello, che ha rinviato il processo al 29 novembre per gli interventi degli avvocati di parte civile che assistono i familiari della donna.


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