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Nuovo nomenclatore e soglie minime per l’accreditamento: i laboratori di analisi definiscono le sfide per la medicina di laboratorio

La lettera alle Istituzioni è per chiedere un intervento decisivo affinchè la sanità proceda alla stessa velocità per tutte le Regioni d’Italia

Bloccare l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario per le prestazioni di diagnostica e rendere anche possibile l’aggregazione dei laboratori privati nelle reti di impresa con fase analitica, secondo quanto previsto dalla Legge regionale siciliana n.13 del 25 Maggio 2022 e ribadito dalla Corte costituzionale con sentenza dello scorso marzo, e rendere per i privati “facoltativa” l’aggregazione in rete.

Sono questi i principali obiettivi emersi dal convegno “La Medicina di Laboratorio, fra sostenibilità di Sistema e capillarità del servizio: le sfide del nuovo Nomenclatore e delle soglie minime per l’accreditamento” che ha riunito oltre 100 laboratoristi a Palermo, nel fine settimana, i rappresentanti delle principali Associazioni Nazionali che riuniscono più di 6.000 laboratori di analisi privati, accreditati con il Servizio sanitario (FederAniasp, Snabilp Federbiologi, ConfCommercio Salute Sanità e Cura, C.I.D.E.C. – Federazione Sanità, Associazione Strutture Sanitarie Istituti Privati ed Accreditati – ASSIPA e Laboratori Analisi Associati Pugliesi – LANAP), con l’obiettivo di discutere delle sfide che la Medicina di laboratorio dovrà affrontare nei prossimi mesi.

Tutti i rappresentanti convenuti a Palermo hanno condiviso il documento da consegnare alle Istituzioni sulla necessità che le Regioni diano seguito a quanto disposto dalla Consulta in merito alla legittimità del modello “a rete”, per salvaguardare la capillarità del servizio sul territorio, a beneficio di tutti i cittadini.

In assenza di questo intervento, le strutture di laboratorio potrebbero non essere in grado di raggiungere le soglie minime di attività, con le inevitabili ricadute, non solo sul piano economico e occupazionale, ma anche in termini di depauperamento del servizio di prossimità ad oggi garantito da questi importanti presidi di diagnostica e di prevenzione.

Oltre all’adozione di questa misura dall’incontro di Palermo è emersa l’urgenza di bloccare l’entrata in vigore – prevista per il 1° gennaio 2024 – del nomenclatore tariffario aggiornato, collegato all’introduzione dei nuovi LEA che, già di per sé, potrebbe rendere insostenibile qualunque tipo di aggregazione. La misura, risalente al 2017, riporta costi inferiori mediamente del 30% rispetto al precedente tariffario, e non tiene conto dell’inflazione, che dal 31 marzo 2017 ad oggi è cresciuta complessivamente del 20.3%. La lettera alle Istituzioni è per chiedere un intervento decisivo affinchè la sanità proceda alla stessa velocità per tutte le Regioni d’Italia.

“L’adesione così numerosa a questo appuntamento, oltre 100 esponenti da parte dei laboratori privati accreditati, e dei rappresentanti delle citate Associazioni di categoria, assieme all’accordo unanime sulla necessità di garantire al più presto l’adozione del provvedimento sulle reti di impresa in tutte le regioni sprovviste ed evitare l’entrata in vigore del tariffario al 1° gennaio 2024, rappresentano uno stimolo decisivo a proseguire lungo la strada intrapresa negli ultimi mesi. Ci aspettano quindi settimane di lavoro febbrile, orientate sia a garantire la libertà d’impresa con reti facoltative che in primis a bloccare l’entrata in vigore del nuovo tariffario. Le cifre proposte dal nomenclatore che ad oggi rischia di entrare in vigore risalgono all’epoca ante-Covid: sul piano sanitario, un’altra era geologica”, dichiara Elisa Interlandi, Presidente di C.I.D.E.C. Federazione Sanità. “Essere un’unica voce ed avere un piano d’azione comune per garantire una sanità al servizio del paziente. “E’ questo l’appello sottoscritto ed indirizzato alle Istituzioni per legittimare il diritto alla salute.”


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