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Omicidio a colpi di lupara: il processo è da rifare

Il processo, che in primo grado si era svolto dinnanzi alla Corte d’assise e d'appello di Caltanissetta, dovrà nuovamente essere celebrato dinanzi alla Corte d’assise e d’appello di Catania

Da rifare il processo per l’omicidio di Filippo Marchì, commerciante di auto usate assassinato il 16 luglio 2017 a Barrafranca (Enna), in un agguato di stampo mafioso. La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio ad altra Corte, la condanna all’ergastolo per i fratelli Giovanni e Vincenzo Monachino, Vincenzo Di Calogero e Gaetano Curatolo, e quella a 30 anni di reclusione per Angelo Di Dio.

I fratelli Monachino erano stati accusati di essere i mandanti dell’agguato, avvenuto a colpi di lupara nelle campagne ennesi. Il processo, che in primo grado si era svolto dinnanzi alla Corte d’assise e d’appello di Caltanissetta, dovrà nuovamente essere celebrato dinanzi alla Corte d’assise e d’appello di Catania. Annullata senza rinvio invece, la condanna a 3 anni e mezzo per Giuseppe Di Marca e Vincenzo Monachino, che erano anche accusati di una ‘spaccata’ ai danni di un supermercato dal quale era stata asportata la cassaforte, contenete circa 15 mila euro, dopo che con un mezzo pesante era stato sfondato l’ingresso. La Cassazione ha disposto l’immediata scarcerazione per Di Marca. Il processo è scaturito dall’operazione Kaulonia, coordinata dalla Dda di Caltanissetta, che nel marzo 2019 aveva portato a 21 arresti. L’inchiesta aveva fatto luce sugli affari dei fratelli Monachino, considerati i capi del clan mafioso di Pietraperzia.


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