Si sono celebrati a Giarratana, i funerali di Rosalba dell’Albani, 52 anni, uccisa nel sonno dal cognato Mariano Barresi, pensionato 65enne. La donna stava assistendo la madre malata al piano terra della stessa abitazione, dove viveva il cognato e sarebbe stata uccisa nel sonno con una coltellata mortale al collo. Ignoto il movente; il cognato che ha ammesso le proprie colpe non avrebbe fornito spiegazioni. La salma era stata riconsegnata ieri alla famiglia dopo la conclusione dell’esame autoptico i cui esiti verranno depositati entro 90 giorni. Una cerimonia sobria e sentita. Tutta la comunità di Giarratana ha partecipato al rito funebre che è stato officiato dal vescovo di Ragusa, Giuseppe La Placa alla presenza delle massime istituzioni civili e militari.
Folta la rappresentanza dell’Arma guidata dal capo di stato Maggiore della Legione Sicilia, Pasquale Vasaturo e dell’Esercito, corpi ai quali appartengono il marito di Rosalba, Paolo Fracasso, e due dei tre figli, Michael, Gabriel e Brian. Una tragedia inaffrontabile per come è maturata. Il vescovo ha parlato di una comunità che cerca “un senso ad un evento assurdo e privo di senso”, “smarrita”, per un fatto che “supera le capacità razionali”, “ripugna il nostro spirito”.
È una comunità “paralizzata dalla sofferenza; il presule ha chiesto l’aiuto di Dio e affidato la comunità alla Vergine Addolorata per affrontare il dolore, “per avere la grazia di amore e misericordia, per la forza del perdono affinché prevalga sul risentimento”, per privilegiare “il bene, il bello e il giusto nei nostri cuori”. Dal marito e dai figli, il ricordo di una moglie e madre instancabile e generosa, punto di riferimento per tutti, ma soprattutto dai figli una lezione di vita e umanità: “Probabilmente un giorno arriveremo anche al perdono come vorrebbe Nostro Signore e soprattutto come avrebbe fatto la nostra adorata mammina – dicono i figli Michael, Gabriel e Brian. Ma adesso ci chiediamo perché proprio lei? Siamo riusciti a restare calmi davanti a una tragedia così disumana trovando la forza nella nostra amata mamma: è stata lei ad insegnarci questo, lei che diceva sempre di porgere l’altra guancia, e di affidare tutte le nostre sofferenze al Signore”.
E chiedono alla madre di vegliare sulla loro famiglia: “Mamma, proveremo ad affidare il nostro dolore e noi stessi a Nostro Signore Gesù, così come dicevi sempre tu: ‘Figli miei affidatevi al Signore e vedrete che tutto si sistemerà’. Gesù ti preghiamo, dacci la forza di andare avanti e di stare vicini al nostro papà che al momento è devastato dal dolore”.
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