Il tribunale del riesame di Palermo ha revocato l’ordine di custodia cautelare in carcere emesso, nel marzo scorso, nei confronti del boss di Trabia (Palermo) Pietro Rinella, ritenuto responsabile, assieme al fratello Salvatore, dell’omicidio del sindacalista della Uil Domenico Geraci, conosciuto come Mico.
I giudici si sono adeguati a una pronuncia della prima sezione della Cassazione (presidente Giuseppe Santalucia), che aveva accolto il ricorso dell’avvocato Antonino Lo Cascio, annullando con rinvio una precedente pronuncia dello stesso riesame del capoluogo siciliano: i supremi giudici avevano cioè chiesto di verificare le esigenze cautelari, visto che Rinella, pur essendo all’ergastolo per un altro delitto, godeva del regime della semilibertà, dopo avere beneficiato di numerosi permessi premio, sempre per la sua irreprensibile condotta carceraria. Rinella, in altre parole, non era mai fuggito né aveva violato alcuno degli obblighi dei semiliberi e da qui la verifica richiesta dal collegio diretto dal presidente nazionale dell’Anm: ora i giudici palermitani hanno ritenuto che l’imputato possa seguire l’eventuale dibattimento da libero, perlomeno nel processo Geraci.
Il sindacalista fu assassinato a Caccamo (Palermo) la sera dell’8 ottobre 1998: i Rinella lo avrebbero fatto uccidere da due persone, poi a loro volta assassinate, per il timore che potesse candidarsi sindaco del paese, che rientra nel mandamento di Trabia. Venerdì il Gup del tribunale di Palermo dovrebbe decidere sul rinvio a giudizio.
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