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Open Arms, oggi l’udienza all’Ucciardone: sentiti in aula Lamorgese, Conte e Di Maio

L'imputato, con l'accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio, è Matteo Salvini, il leader della Lega all'epoca dei fatti ministro dell'Interno

Foto Ansa

In corso a Palermo l’udienza del processo Open Arms nell’aula bunker del carcere Ucciardone, a Palermo, che vede imputato, con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, Matteo Salvini, il leader della Lega all’epoca dei fatti ministro dell’Interno. Sentiti oggi come testi l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l’ex titolare del Viminale Luciana Lamorgese e l’ex vice premier Luigi Di Maio. Il primo a essere sentito è il leader del M5s. Al centro i fatti dell’agosto 2019, quando la nave della ong spagnola fu costretta ad attendere 19 giorni in mare, davanti a Lampedusa, prima di poter far sbarcare le 160 persone che aveva a bordo a seguito di tre diverse operazioni di soccorso.

“L’accordo ottenuto con vertici europei, nel giugno 2018, su cui mi sono impegnato personalmente e che nelle conclusioni riconosceva il concetto di sforzi congiunti nella gestione dei flussi migratori, non prevedeva una pregiudiziale sulla concessione del Place of safety. Era un documento dal valore politico perché avevo sottolineato che sul tema della gestione dei fussi migratori non potevano restare a carico dei soli Paesi di primo approdo. Ma l’adesione dei Paesi aderenti restava su base volontaria. Non ho mai posto aut-aut agli altri leader europei affermando che in assenza della redistribuzione l’Italia avrebbe negato l’approdo”. Lo ha detto l’ex premier Giuseppe Conte, deponendo questa mattina. In aula di fronte alla Corte presieduta da Roberto Murgia, risponde alle domande della pubblica accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai sostituti Giorgia Righi e Calogero Ferrara. Presente il leader della Lega, Matteo Salvini, difeso dall’avvocato Giulia Buongiorno.

 “Non ho mai ricevuto a mia memoria notizia sul rischio di una potenziale presenza di terroristi i di armi a bordo della Open Arms” ha detto l’ex premier. Rispondendo al procuratore aggiunto Marzia Sabella, il leader dei Cinque Stelle, ha ribadito che “il Pos (place of safety, ndr) non è mai stato oggetto di discussioni ai vertici europei”.

“Ho esercitato una sorta di moral suasion sul Viminale, scrivendo di mio pugno al ministro Salvini in particolare per quanto riguarda la situazione dei minori a bordo della Open Arms“. Così ancora Giuseppe Conte. All’epoca – ad agosto 2019 – il Conte 1 era agli sgoccioli e il premier scrisse a Salvini. Una lettera che, il 15 agosto 2019, fu pubblicata da alcuni organi di informazione: “Siamo in un periodo particolare, in una crisi di governo oramai conclamata. Il tema dell’emigrazione è un argomento caldo. E’ chiaro che il ministro Salvini ha sempre avuto una posizione molto chiara sulla gestione migratoria, mi infastidiva che una lettera del genere sia stata diffusa dal destinatario senza avvertirmi. A quel punto – ha aggiunto – era meglio diffonderla integralmente. Ma quando scrissi a Salvini non sapevo la posizione precisa della nave Open Arms”.

“Anche con la ministra Luciana Lamorgese, quindi col Conte 2, di fronte a un fenomeno da controllare, abbiamo cercato di gestire con buonsenso la situazione legata ai migranti. Non lo escludo ma non ricordo provvedimenti particolari in tal senso” ha proseguito. “Rimasi particolarmente colpito dalla condizione dei minori non accompagnati – ha aggiunto – una categoria particolarmente fragile tra quelli a bordo della Open Arms”.

“In quel momento, in un contesto particolarmente e un’opinione pubblica attenta e sensibile sul tema degli immigrati, il fatto di dire che il premier aveva una posizione lasca, era un motivo strumentale. Nella mia lettera del 16 agosto io sostengo e lo rassicuro che la redistribuzione con altri sei paesi c’è, anche in indipendenza dall’età dei migranti. Non mi risulta che ci sia stata una risposta formale, protocollata, da parte dell’allora ministro dell’Interno neppure per le vie brevi” ha detto l’ex presidente del Consiglio. La difesa di Matteo Salvini, Giulio Buongiorno, ha fatto notare che, in realtà,  il 17 agosto l’ex ministro dell’Interno rispose “ufficialmente con una lunga lettera formale”. Terminata  dopo circa 3 ore la deposizione di Giuseppe Conte, è stata la volta di Luciana Lamorgese, ex ministra dell’Interno dopo Matteo Salvini.

L’ex presidente del Consiglio ha lasciato l’aula bunker del carcere di Palermo, dopo circa tre ore, ed è andato via senza rilasciare dichiarazioni alla stampa. Quindi è toccato all’ex ministro dell’Interno Luciana Lamorgese salire sul banco dei testimoni.

“Abbiamo sempre messo in primo piano il salvataggio delle persone, anche di fronte a una condotta illegale, come a esempio non comunicare un intervento al Paese competente. A mia memoria durante il Conte 2 mai è stato vietato, durante la mia guida da ministra dell’Interno, uno sbarco in base ai decreti sicurezza. In media si impiegavano dai 3 ai 4 giorni per la concessione del Pos nell’arco di tempo compreso tra settembre 2019 e i primi mesi del 2020, quando poi iniziò l’emergenza legata alla pandemia” ha detto deponendo.

Quindi Luigi Di Maio: “ho appreso del divieto di concessione del Pos alla nave Open Arms attraverso le dichiarazioni pubbliche del ministro Salvini. In quel periodo si stava consumando una crisi di governo, le uniche interlocuzioni avute col ministro Salvini erano legate appunto alla crisi di governo” ha spiegato l’ex vice presidente del consiglio. Rispondendo alle domande della pubblica accusa Di Maio ha aggiunto che “non vi è stata alcuna riunione o confronti del consiglio dei ministri sulla concessione del porto sicuro. Casomai – ha aggiunto – le riunioni vennero fatte per affrontare le conseguenze del diniego di Pos dell’ex ministro dell’Interno”.

Conclusa l’udienza di oggi, la prossima si terra il 24 marzo e sarà dedicata all’approfondimento delle vicende legate alla presenza del sottomarino della Marina militare nella zona dei soccorsi, con la deposizione dei consulenti di accusa, difesa e parti civili e di Oscar Camps, armatore di Open Arms.

Il sottomarino era presente al momento del primo soccorso della Open Arms, il primo di agosto. La ong spagnola aveva chiesto all’autorità giudiziaria di effettuare verifiche per stabilire se possa essere riscontrata “una condotta omissiva e negligente da parte del sottomarino Venuti, essendosi limitato a riprendere le operazioni di soccorso dei nostri volontari senza né intervenire né quantomeno segnalare alle autorità di coordinamento degli Stati costieri la presenza di persone in difficoltà a bordo”.

“Lunedì depositerò in sei procure della Repubblica una denuncia perché ritengo essenziale evidenziare che i sospetti di cui ha sempre parlato Salvini non erano inventati ma erano già stati evidenziati in una serie di riunioni e che addirittura erano stato condensati in una informativa che non è mai stata approfondita”. Sono le parole dell’avvocato Giulia Bongiorno parlando con i giornalisti al termine dell’udienza del processo Open Arms. Il legale fa riferimento alle rivelazioni sul sommergibile della marina militare che all’epoca dei fatti aveva monitorato l’attività della ong spagnola. “Non capiamo perché il Tar che doveva valutare la condotta dell’ong non mai avuto avuto modo di vedere questa informativa – ha sottolineato – e nella prossima udienza ci sarà un intervento del ministro Salvini in aula: abbiamo atteso che finissero i teste dell’accusa e adesso cominceremo a evidenziare quella che è la nostra posizione”.


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