“Progetto Palermo” è la lista del candidato sindaco del centrosinistra Francesco Miceli che ha presentato stamane davanti al Teatro Massimo, a Palermo.
Un progetto che si fonda su un “programma partecipato di elementi fondanti che verrà messo a punto e presentato nel giro di due giorni – ha assicurato Miceli illustrando il simbolo su un pannello che per l’occasione è stato collocato su un cavalletto di legno usato proprio ‘per dipingere, la mia passione’ – abbiamo l’esigenza di aprire una nuova fase nella vita della nostra città affrontando le criticità che in questo momento gravano sulla vita dei cittadini. Saremmo tutti insieme gli architetti che progetteranno la nuova Palermo – ha ribadito – i nostri committenti sono i palermitani e cambieremo il modo di governare la città”.
“Non mi spavento se il centrodestra si ricompatta. Il sindaco viene eletto direttamente dai cittadini e spero che prevalga il senso di responsabilità da parte della gente. Perché il centrodestra sta dando uno spettacolo indecoroso”. Ha detto il candidato sindaco parlando con i giornalisti .
“Stiamo assistendo ai balletti della politica, lontana dalle reali esigenze dei cittadini – ha proseguito facendo riferimento alla spaccatura all’interno del centrodestra alle prese in queste ore con una difficile ricomposizione politica in un quadro che vede ancora in corsa diversi candidati – questo conflitto non riguarda idee diverse per Palermo ma postazioni di potere. E noi non ci occupiamo di potere ma delle esigenze dei cittadini”.
“Roberto Lagalla è una persona rispettabilissima, ma non si può presentare come candidato civico, è uno che ha navigato nel sistema politico da tempo. Purtroppo per lui è stato in un governo, quello di Musumeci che era meglio non avere perché è stato uno dei peggiori della Sicilia” ha affermato ancora Miceli. “Che Lagalla possa rappresentare la novità è una ipotesi ardita”, ha ribadito e poi, sul sostegno di Davide Faraone a Lagalla, Miceli ha aggiunto: “Mi ha deluso. Noi abbiano offerto una proposta politica a tutti, un progetto e un patto per Palermo. Anche il centro mi sembra legato a logiche nazionali e di riposizionamento”, ha concluso.
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