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Palermo, confisca a imprenditore nel settore degli pneumatici: sigilli a beni per 17 milioni di euro

L’imprenditore, seppure non organicamente inserito nel clan, è da ritenersi colluso, posto che fin dall’inizio della sua avventura imprenditoriale, ha operato sotto l’ala protettiva di Cosa Nostra

Il Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Dda, ha emesso un decreto di confisca del patrimonio di Vincenzo Gammicchia, classe 1948, noto imprenditore palermitano operante nel settore della vendita e assistenza di pneumatici, per un valore complessivo di circa 17 milioni di euro, eseguito dai finanzieri del comando provinciale di Palermo.

Oggetto della confisca di primo grado sono vari beni, sottoposti a sequestro dalle fiamme gialle tra la fine del 2019 e l’aprile del 2020:

  • due aziende a Palermo, operanti nel settore della vendita e riparazione di pneumatici;
  • un consorzio a Palermo, operante nel settore della revisione dei veicoli;
  • 28 immobili (appartamenti e magazzini), tra cui una villa con piscina a Palermo e una villa a Isola delle Femmine (PA);
  • 32 rapporti bancari, 8 polizze vita e una cassetta di sicurezza contenente preziosi e orologi di pregio;
  • nove autoveicoli e motoveicoli.

Sulla base degli accertamenti svolti dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria – Gico di Palermo, l’autorità giudicante, valorizzando l’analisi e il riscontro di puntuali dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia, nonché la rilettura orientata in chiave economico – finanziaria degli esiti di diversi procedimenti penali, ha ritenuto che l’imprenditore, formalmente incensurato, seppure non organicamente inserito nell’organizzazione criminale, sia da ritenersi “colluso” al sodalizio mafioso, posto che il medesimo ha operato, fin dall’inizio della sua avventura imprenditoriale avviata negli anni ’70, sotto l’ala protettiva di Cosa Nostra, in particolare le famiglie mafiose operanti nei quartieri Acquasanta e Arenella:

  • occultando e schermando risorse delle famiglie mafiose, investendole nella propria attività e pattuendo con esponenti di spicco del sodalizio forme di compartecipazioni da cui far derivare il periodico versamento di somme negli anni;
  • mettendo a disposizione del sodalizio la sede della propria attività per incontri e comunicazioni riservate fra esponenti mafiosi, nonché per favorire, attraverso la duplicazione delle chiavi, il furto di autovetture che gli erano affidate per riparazioni, poi utilizzate anche per il compimento di ulteriori attività illecite;
  • ottenendo, attraverso specifici accordi con esponenti di spicco del sodalizio, l’esonero da richieste estorsive;
  • beneficiando del sostegno di esponenti di spicco della consorteria mafiosa per eliminare attività economiche concorrenti, ricorrendo a tal fine ad atti intimidatori tipici di Cosa Nostra.

Continua l’azione che la Guardia di Finanza palermitana svolge, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, a contrasto dei patrimoni di origine illecita con la duplice finalità di disarticolare in maniera radicale i sodalizi delinquenziali e di liberare l’economia legale dalle infiltrazioni della criminalità consentendo agli imprenditori onesti di operare in regime di leale concorrenza.


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