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Palermo, diritti civili e sociali: indagine conoscitiva sulla determinazione e sull’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni

Audizione di Confcommercio Sicilia quest’oggi in prefettura a Palermo in concomitanza con la presenza della Commissione Parlamentare per le questioni regionali

Il presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, è stato audito, questa mattina, in Prefettura, a Palermo, unitamente ai vertici delle altre associazioni di categoria, in concomitanza con la presenza della commissione parlamentare per le questioni regionali nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla determinazione e sull’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali. “Tra le sfide chiave da risolvere – ha comunicato il presidente Manenti – spiccano, nella nostra isola, l’alto tasso di disoccupazione e l’influenza della criminalità organizzata, ostacoli che limitano l’accesso ai servizi essenziali e frenano la crescita delle imprese locali. Confcommercio Sicilia propone soluzioni concrete come il rafforzamento della collaborazione tra pubblico e privato, investimenti in innovazione tecnologica e digitalizzazione e la creazione di poli commerciali nelle aree più svantaggiate. Inoltre, abbiamo spiegato che, con un forte impegno verso la legalità e la trasparenza, Confcommercio Sicilia intende favorire un ambiente imprenditoriale sano e stimolare una crescita economica inclusiva. Riteniamo che, attraverso l’internazionalizzazione delle imprese e il miglioramento delle infrastrutture, si possa creare un circolo virtuoso che, oltre a generare occupazione, garantisca una maggiore accessibilità ai diritti civili e sociali, assicurando che i Livelli essenziali delle prestazioni siano attuati in modo efficace e sostenibile”.

Confcommercio Sicilia, per rafforzare la relazione con dati concreti che illustrino le dinamiche socio-economiche della Sicilia, ha fatto riferimento a statistiche chiave su disoccupazione, povertà, sanità e istruzione, che sono settori strettamente collegati ai livelli essenziali delle prestazioni (Lep) e alla loro attuazione.

1.⁠ ⁠Disoccupazione in Sicilia
Tasso di disoccupazione: la Sicilia registra un tasso di disoccupazione che si attesta intorno al 19,5%, con picchi del 40% per i giovani tra i 15 e i 24 anni (Istat, 2023). Questo rappresenta un significativo ostacolo allo sviluppo economico e sociale, in quanto limita l’accesso ai diritti fondamentali come il lavoro stabile e la sicurezza sociale.

2.⁠ ⁠Povertà ed esclusione sociale
Povertà relativa: circa il 40% della popolazione siciliana vive in condizioni di povertà relativa, con un’incidenza più alta rispetto alla media italiana, che è del 20% (Rapporto Svimez, 2022). Ciò significa che quasi la metà della popolazione ha un reddito inferiore alla media nazionale, con conseguente difficoltà di accesso ai servizi essenziali.

3.⁠ ⁠Sanità e Servizi sociali
Accesso alle strutture sanitarie: la sanità pubblica siciliana è caratterizzata da una carenza di risorse strutturali e finanziarie. Ad esempio, in Sicilia ci sono 3,2 medici ogni 1.000 abitanti, rispetto a una media nazionale di 4,0 (ministero della Salute, 2023). Inoltre, molte aree rurali mancano di ospedali e centri sanitari adeguati.

4.⁠ ⁠Infrastrutture e digitalizzazione
Indice di digitalizzazione: la Sicilia è tra le regioni italiane con il più basso indice di digitalizzazione. Secondo l’Indice Desi (Digital economy and society index, 2022), la regione ha una delle più basse performance in termini di connettività e utilizzo di servizi digitali pubblici. Solo il 70% della popolazione ha accesso alla banda larga veloce, rispetto a una media nazionale dell’85%.

5.⁠ ⁠Tasso di Emigrazione
Emigrazione giovanile: nel 2022, più di 30.000 giovani siciliani hanno lasciato la regione in cerca di lavoro o migliori opportunità, il che rappresenta una perdita significativa di capitale umano. Questa “fuga dei cervelli” ha effetti negativi sia sul mercato del lavoro che sulla coesione sociale.


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