fbpx

In tendenza

Palermo, Don Gesualdo tra le mura del dolore religioso

Una serata di carattere e di densità emotiva

Una serata di carattere e di densità emotiva quella svoltasi a Palermo nell’ultimo appuntamento alla Cattedrale Spasimo. La storia scritta e diretta dal regista Lorenzo Muscoso,  parte di Verga 100 – Manifestazione Nazionale Centenario promossa dalla Dreamworld Pictures –  si unisce a quella dell’antico quartiere Kalsa, e al vissuto della Cappella che, da oltre cinquecento anni, è custode di un dolore universale, quello di Maria per  Gesù, caduto sotto il peso della Croce. Oggi, il luogo,  diviene lo spazio funesto in cui si manifesta un altro dolore, quello di Don Gesualdo (Alessandro Sparacino) che soffre nel rimembrare la propria esistenza. Un ritratto intimo ed espressivo, circoscritto tra le mura dell’imponente struttura, sovrastata solo dalla sublimità pittorica del genio di Raffaello, che ne rappresentò, acutamente, il travaglio. Una gabbia di afflizione causata da una coscienza che si rivela  dura e vera, che strugge, tormenta,  e  infine, condanna. Un personaggio che si cancella di ogni fisicità, divenendo anima errante, sospesa in una dimensione  onirica, che vibra nella drammaticità sonora (Riccardo Gerbino), e nel rapporto soprannaturale con la figlia Isabella (Rita Abela). Un racconto che conquista il pubblico presente –  tra cui l’elegante parterre dell’Atelier Midali – che si ritrova sensibilmente coinvolto in un contesto narrativo, che diviene riflesso di una società contemporanea  che si elevano nel corpo cromatico dei colori  (G. Baglieri)  che, con precisione,  dipingono i moti personali e temporali.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni