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Palermo, soprannomi “vaghi” nelle intercettazioni, libero il boss di Porta Nuova

Il collegio ha ritenuto che nelle intercettazioni poste alla base dell'ordinanza del Gip ci siano riferimenti vaghi e non riferibili con la dovuta certezza all'indagato: si parla infatti di "iddu" (lui), "u nicu" (il piccolo), nomignoli che potrebbero essere attribuiti anche a terze persone

Il boss Massimo Mulè è stato scarcerato dal tribunale del riesame di Palermo per mancanza di gravi indizi di colpevolezza: era stato arrestato l’ultima volta nell’operazione Vincolo, eseguita dai carabinieri del Comando provinciale il 17 luglio.

Ora però il collegio presieduto da Giangaspare Camerini ha ritenuto che nelle intercettazioni poste alla base dell’ordinanza del Gip Filippo Serio ci siano riferimenti vaghi e non riferibili con la dovuta certezza all’indagato: si parla infatti di “iddu” (lui), “u nicu” (il piccolo), nomignoli che potrebbero essere attribuiti anche a terze persone.

Da qui l’accoglimento dell’istanza presentata dagli avvocati Giovanni Castronovo e Valentina Clementi. Mulè è stato più volte condannato come capomafia di Porta Nuova. Nell’operazione Vincolo, in cui sono stati eseguiti sette arresti in carcere, il boss era coinvolto con l’accusa di avere gestito la rete dello spaccio di droga nel popolare quartiere di Ballarò.


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