“Lo avevo chiesto con convinzione e sono contento che sia stato accolto dalla maggioranza, il mio appello a un ulteriore confronto con l’Amministrazione attiva e con gli uffici volto ad approfondire la vicenda da un punto di vista tecnico e politico”.
Queste le parole di Domenico Bonanno, capogruppo della DC al Consiglio comunale di Palermo0, in seguito all’approvazione della delibera che diniega lo stralcio di interessi e sanzioni delle posizioni tributarie pendenti.
“Da questo confronto è venuto fuori, con chiarezza, che il diniego dello stralcio delle sanzioni e degli interessi relativi alle cartelle fino a mille 2000-2015, non costituisce in alcun modo un aggravio per i cittadini che, comunque, hanno la possibilità, aderendo alla cosiddetta “rottamazione quater”, di regolarizzare la propria posizione debitoria a condizioni più vantaggiose. Questa decisione politica, invece, muove nel senso di voler dar vita a un nuovo rapporto tra Amministrazione e cittadini, improntato sulla fiducia reciproca e sul rispetto delle regole. Occorre chiarire, inoltre, a beneficio dei cittadini, che l’atto in questione non riguarda la sorte capitale delle cartelle esattoriali, ma solo interessi e sanzioni. La legge finanziaria non ha in alcun modo, infatti, riconosciuto agli Enti locali la possibilità di stralcio totale delle posizioni che riguardano i tributi locali. Gli interessi dell’ente e quelli dei cittadini non divergono, anzi, in questo modo vogliamo far comprendere ai palermitani l’importanza di remare tutti dalla stessa parte”.
“Che le tasse si debbano pagare è fuor di dubbio e questo principio deve essere chiaro. È certo anche che la volontà dell’Amministrazione non è quella di aggravare il cittadino che, anzi, dal diniego dello stralcio approvato oggi ottiene dei vantaggi, perché l’adesione alla “rottamazione quater” gli permetterà di ottenere lo stesso beneficio, ma nel caso di rateizzazione, anche a condizioni più vantaggiose. Per il Comune di Palermo – conclude Bonanno – si tratta, ancora una volta, di scelte in discontinuità con il passato, anche nell’ottica del recupero di credibilità nei confronti del Governo nazionale”.
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