Sabato 1 aprile, alle ore 12, verrà celebrata una messa nella Chiesa del Vespro (Cimitero di Sant’Orsola) da Padre Angelo. Nel pomeriggio, una manifestazione attraverserà le vie del centro storico, partendo alle 16:30 da piazza Croce dei Vespri. Attraversando via Roma, corso Vittorio Emanuele e via Maqueda, il corteo raggiungerà piazza Verdi, dove si svolgeranno gli interventi conclusivi.
Quest’anno la marcia del Vespro vedrà la partecipazione di realtà indipendentiste come Trinacria, Movimento Siciliano D’Azione, Fronte Nazionale Siciliano e l’associazione Sicilia-Catalunya, ma anche di realtà sociali, come i disoccupati che percepiscono il Rdc di Basta Volerlo, i lavoratori forestali del Sinalp, gli agricoltori del Movimento Terra è Vita. I manifestanti arriveranno da tutta la Sicilia, con pullman da Catania e Messina.
“Quest’anno – spiega Giovanni Castronovo di Trinacria – l’appello alla manifestazione non si rivolge solo alle realtà organizzate e ai movimenti che negli anni passati hanno commemorato la ricorrenza del Vespro, ma prima ancora a tutti quei siciliani, e sono tanti, che in questi ultimi anni hanno dovuto sopportare una crisi economica e sociale di vaste dimensioni. Una devastante crisi pandemica ed energetica, una guerra che espone a rappresaglie le tante basi USA e NATO sparse sull’isola, una politica predatoria dello Stato e dei suoi pappagalli locali, il crollo delle attività agricole e industriali, l’emigrazione giovanile, lo spopolamento dei villaggi rurali, le disfunzioni e le inefficienze dei servizi.
Come se non bastassero la penuria di lavoro, la distruzione della sanità, la fatiscenza degli edifici scolastici, le continue minacce di gettare sul lastrico percettori di reddito, pensionati sociali, lavoratori, come se non bastassero il degrado infrastrutturale, il crescente abbandono scolastico, la precarietà, l’emigrazione, il Governo Meloni in combutta con i leghisti Salvini e Calderoli, all’inizio di febbraio ha approvato un disegno di legge per l’Autonomia Differenziata alla Lombardia, al Veneto e all’Emilia Romagna. Le tre regioni già più ricche d’Italia, in questo modo, non solo continueranno a drenare risorse finanziarie allo Stato, ma smetteranno di contribuire al benessere “nazionale” mandando all’aria il risanamento delle disuguaglianze territoriali. Per tutti questi motivi, vogliamo approfittare del 741° anniversario della rivoluzione del Vespro per chiedere con forza il ritiro immediato del disegno di legge Meloni-Salvini e per rivendicare l’autogestione, la libertà da ogni forma di sfruttamento e la risoluzione di ogni disparità”.
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