“Gli interlocutori coinvolti nel progetto del parco eolico offshore a largo delle coste trapanesi vengano all’ARS. Il Movimento 5 Stelle è il promotore del ministero per la Transizione Ecologica, quindi non chiuderà mai le porte a priori a progetti utili a creare energie green ma vogliamo vederci chiaro. Anche in questo caso però è mancata la necessaria concertazione e programmazione con il territorio da parte del presidente della Regione”.
È quanto dichiarano i deputati regionali Roberta Schillaci, Giovanni Di Caro e Stefania Campo, che hanno chiesto a breve scadenza l’audizione degli attori coinvolti in commissione V dove è in corso l’esame della risoluzione sulla realizzazione del parco eolico, congiuntamente con la IV che si occupa di ambiente e territorio.
“Vogliamo che i diritti dei siciliani siano tutelati. La comunità scientifica internazionale continua a sottolineare come sia necessaria ai fini della sopravvivenza della specie umana, la ricerca di fonti di energia alternative al fossile. Peccato però che nei cassetti della Regione Siciliana giacciano da chissà quanto tempo decine di progetti per la creazione di energie alternative. Ma di questi progetti i cittadini non sanno nulla, salvo poi vederseli calati dall’alto sul proprio territorio dopo il via libera della Regione. È chiaro che così non funziona. Siamo assolutamente concordi alle rinnovabili e pronti ad ascoltare le aziende e le loro argomentazioni, ma Musumeci deve concertare gli interventi con la popolazione” concludono i deputati.
“Non posso che confermare la mia condivisione delle perplessità già espresse dai sindaci del comprensorio, nonché dalla Soprintendenza del Mare e dalle associazioni del comparto ittico, rispetto a questo mega progetto di parco eolico off-shore che dovrebbe sorgere nelle vicinanze delle isole egadi, e, quindi, ringrazio le Commissioni III e V per la sensibilità e l’attenzione che stanno rivolgendo a questa fantomatica ipotesa progettuale. Tentare di indorare la pillola funesta di ben 190 pale galleggianti da piazzare nel mare delle egadi, a pochi chilometri da una delle coste più belle al mondo, con la promessa di migliaia di fantomatici posti di lavoro, è un’operazione di marketing non solo deprecabile ma assurda, visti i numeri mirabolanti di cui si favoleggia. I preannunciati 2,8 Gw potrebbero ben essere prodotti con impianti di terra in poco più dell’uno percento del suolo coperto della Regione senza impatti rilevanti e con uno sviluppo occupazionale certo. Inutile ricordare a tutti la valenza ambientale dell’area interessata, simboleggiata da numerose zone di interesse comunitario, due riserve naturali e l’Area marina protetta, riconosciuta pure dalle Nazioni Unite. Altrettanto inutile ricordare i gravi danni che questo parco eolico porterebbe all’economia locale, visto che ricadrebbe in prossimità di mari pescosissimi: i noti banchi di Talbot e Skerki. Essere favorevoli allo sviluppo delle energie rinnovabili non vuol dire essere favorevoli a qualsiasi progetto, a scatola chiusa, sempre e comunque, soprattutto se i progetti sono privi di studio di impatto ambientale, condizione che renderebbe carta straccia qualsiasi progetto, che potrebbe comportare lo scempio del paesaggio, dell’economia locale e della storia. La valutazione di impatto ambientale non è un processo rigido di approvazione o rigetto del progetto, ma un processo che può portare ad un ridimensionamento, una ridiscussione, la proposta di alternative. Siamo quindi ancora ad una mera ipotesi progettuale”. Lo ha dichiarato Valentina Palmeri, deputata dei Verdi – Europa Verde e vicepresidente della IV Commissione Ambiente e Territorio dell’Assemblea Regionale che ieri e oggi ha partecipato ad una riunione congiunta delle commissioni V e III (Cultura e Attività Produttive) in merito alla proposta di realizzare un parco eolico da oltre 2 Giga Watt al largo delle Egadi.
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