Parole al vento è il titolo della stagione estiva del Teatro Biondo di Palermo, che si svolgerà dal 27 giugno al 26 luglio nel suggestivo scenario del Parco Villa Tasca, grazie a un accordo di collaborazione con la famiglia Tasca d’Almerita.
Dedicata alla grande letteratura, da Melville a Calvino, da Omero a Consolo, con un focus dedicato alle scrittrici siciliane, la stagione prevede sette spettacoli, ogni martedì e mercoledì alle ore 21.00, e dieci “aperitivi letterari”, che precedono gli spettacoli alle 19.30.
Il programma della stagione è stato presentato ieri sera proprio nella storica dimora dei Tasca d’Almerita, alla presenza dei padroni casa, degli artisti e della direttrice del Biondo Pamela Villoresi.
“Parole al vento, vento che in estate, se finalmente arriverà, è misericordia di frescura – afferma Pamela Villoresi – Parole: parole che scongiurano l’afasia… Con le parole si pensa, si gode, si cresce, si viaggia nei luoghi e nel tempo. Questa nostra estiva è dedicata, da noi teatranti che di parole viviamo, alla grande letteratura. Agli aperitivi letterari presenteremo alcune scrittrici siciliane contemporanee, che con tanto amore e maestria ci portano nel cuore e nella storia dell’Isola; la sera, invece, si omaggerà la grande letteratura che ci ha accompagnato nella vita dall’infanzia: festeggeremo i 100 anni di Calvino e di Eleonora Duse, i 90 anni di Consolo, giocheremo con i grandi classici come l’Iliade e Moby Dick, renderemo omaggio a un poeta emblematico per Palermo e la sua epoca, Giovanni Meli, e infine il 19 luglio con Carion ringrazieremo, tenendone viva la memoria, coloro che non hanno mai rinunciato a far sentire la propria voce e anzi hanno tolto il bavaglio all’intera società… a costo della vita”.
“Siamo felici di ospitare la stagione estiva del Teatro Biondo al Parco Villa Tasca – dichiarano Giuseppe Tasca e Luisa Mainardi – Il Parco è stato pensato come un contenitore per tutte quelle attività che contribuiscono a dare serenità e benessere, e sicuramente la cultura e le arti in generale saranno sempre le benvenute”.
“Da quando ho assunto l’incarico – dice Alessio Arena, direttore scientifico di Villa Tasca – oltre a istaurare sodalizi con istituzioni culturali italiane e straniere, mi sono occupato di ricostruire la storia di questo luogo. Il sodalizio col Teatro Biondo si configura come una naturale tappa per la storia di Villa Tasca, e, a mio parere, un vero e proprio coronamento del progetto di valorizzazione culturale di questo luogo. Il Parco è di tutti, così come il Teatro è di tutti: abbiamone cura”.
Parole al vento prenderà il via il 27 giugno (replica il 28) con Marcovaldo di Italo Calvino. Nel centenario della nascita, l’attore Alessio Vassallo omaggia il grande scrittore italiano attraverso un’accurata operazione drammaturgica, restituendo la prosa raffinata di una favola lieve e pungente allo stesso tempo, che contrappone il candore del protagonista al grigiore della società dei consumi. In “dialogo” con l’attore, gli interventi musicali al clarinetto di Mirco Ghiradini. Marcovaldo è un manovale con problemi economici che viene sfruttato dall’azienda in cui lavora e cerca di trovare rifugio osservando la Natura, quell’universo speciale che da bambino sembrava un mondo incantato e che oggi, nella dimensione urbana, non riconosce più.
Il 4 e 5 luglio debutterà Acitu e Magarìa, spettacolo conclusivo del primo triennio del “Corso di Laurea in Recitazione e professioni della scena” istituito in collaborazione con il Dams dell’Università degli Studi di Palermo. Gli allievi drammaturghi, registi e attori sono stati guidati nella realizzazione dello spettacolo da Giorgio Bongiovanni, insieme al quale hanno affrontato tutte le fasi di allestimento, dalla scrittura alla scenografia, per la cui realizzazione si sono avvalsi della collaborazione delle allieve e degli allievi dell’Accademia di Belle Arti. Al loro fianco sul palcoscenico lo stesso Bongiovanni e Simona Malato.
Lo spettacolo, che costituisce la “tesi di laurea” degli allievi, si ispira alla storia della famigerata “vecchia dell’aceto”, al secolo Giovanna Bonanno, spogliata dei racconti della tradizione popolare e narrata secondo le testimonianze storiche attinte dai documenti originali del processo, custoditi presso l’Archivio Storico di Palermo; processo che la donna affrontò prima di essere impiccata in Piazza Vigliena il 30 aprile del 1789. Tramandata di bocca in bocca e raccontata da Luigi Natoli nel suo celebre romanzo, la storia della “vecchia dell’aceto” risulta oggi inaspettatamente attuale, per i temi legati all’integrità della giustizia, a volte insabbiata dai potenti, al bisogno della gente di credere a falsi imbonitori e presunti maghi.
L’11 luglio, il tema della letteratura si aprirà a quella teatrale con La musica dell’anima – Ritratto di Eleonora Duse tra le note della sua epoca di Maria Letizia Compatangelo con Pamela Villoresi, che ripercorre, in un dialogo appassionato tra recitazione e musica, il lungo viaggio artistico sulle vie del teatro e del mondo di Eleonora Duse, la divina, considerata la più grande attrice teatrale della sua epoca e non solo.
Lo spettacolo restituisce l’atmosfera e il senso della vita della Duse, una storia ricchissima, che va molto oltre il rapporto con il poeta Gabriele D’Annunzio, piena di luci e ombre capaci di coinvolgere e sorprendere il pubblico. Pamela Villoresi da voce a una storia appassionate, scandita dalle musiche attinte da un vasto repertorio classico e moderno eseguito al pianoforte da Marco Scolastra, un racconto che parte dal teatro per giungere al cinema. Accompagnando la grande attrice nelle sue tournée mondiali che la videro protagonista tra Otto e Novecento, riscopriamo la società italiana dell’epoca, dall’Unità d’Italia al fascismo, con i suoi più grandi protagonisti.
L’indomani, il 12 luglio, Salvatore Arena racconterà Un’altra Iliade, ispirata a quella omerica, scritta e messa in scena insieme a Massimo Barilla, con le musiche originali Luigi Polimeni e il sound design immersivo di Luigi Polimeni e Chiara Rinciari. Un’altra Iliade è un racconto obliquo sulla guerra, dove l’aggettivo “altra” sottolinea un inedito punto di vista dal quale raccontare gli epici duelli, la caduta, l’oblio, le macerie, le mura distrutte, la fuga. Le figure che ruotano intorno ai poemi omerici vengono osservate dai margini della storia giunta fino a noi, da due personaggi minori: una vedetta troiana condannata a vivere e a ricordare e da un greco fuori dal coro, un cantore cinico e tragicomico, disilluso tra le pieghe del potere.
Il 18 luglio Edoardo Siravo sarà il protagonista di Moby Dick, un racconto di Massimo Vincenzi ispirato al grande romanzo di Herman Melville, che andrà in scena con la cura di Carlo Emilio Lerici. La caccia alla balena bianca, nella quale il pervicace capitano Achab coinvolge l’equipaggio del Pequod, è una metafora della sfida che l’uomo lancia alla natura e alla vita stessa. In questa riscrittura l’attenzione è tutta concentrata proprio su Achab, interpretato da ossessionato dal grande capodoglio che in una battuta di caccia gli aveva tranciato una gamba. Il capitano ripercorre, in una specie di catarsi dell’anima, la sua intera esistenza, dall’infanzia fino alla caccia finale alla mitica creatura marina. Un mostro ineffabile, la cui forsennata ricerca sembra incarnare metaforicamente l’idea stessa di Dio.
Il 19 luglio il palcoscenico di Villa Tasca sarà tutto per Salvo Piparo, autore e interprete di Carion – Gli anni delle stragi, un recital satirico e pungente con le musiche originali di Michele Piccione, che tira le somme di una città logora, smemorata e allo stesso tempo insostituibile. La lingua di Palermo è la sua giostra, il braccio che anima questa scatola-narrativa è un girovago, un uomo indurito dal tempo, avvolto in una dura scorza che si apre al suono dei ricordi. Lo spettacolo è una ballata, un “cunto” concentrato su divertenti musioni e parole in disuso di una saggezza antica.
Un modo per tornare alle origini culturali di Palermo, divertendo ma allo stesso tempo scuotendo le coscienze. L’attore-cuntastorie Salvo Piparo, ripercorrendo la storia cittadina, dalle pitruliate al Seralcadio (il quartiere del Capo), giunge alla terribile cronaca del 1992, rendendo omaggio alle vittime delle stragi.
Infine, il 25 e 26 luglio, Ernesto Tomasini, Silvia Ajelli e Gabriele Cicirello saranno i protagonisti di Lunaria – Una favola siciliana di Vincenzo Consolo nella messa in scena diretta da Alfio Scuderi, con le scene e i costumi di Enzo Venezia e le musiche di Gabrio Bevilacqua eseguite dal vivo. Una produzione del Teatro Biondo e Scena Aperta in collaborazione con le Orestiadi di Gibellina, che rende omaggio allo scrittore siciliano a 90 anni dalla nascita. Lunaria è una favola teatrale, un racconto fantastico d’ispirazione leopardiana che lega in modo viscerale, e quasi inspiegabile, un Vicerè malinconico e misantropo alla luna.
Quest’uomo, afflitto dall’esuberanza della moglie e dagli obblighi di corte, è costretto a vivere in una città “solare” ma violenta, di cui è l’unico a vedere la reale decadenza, esercitando un potere in cui non crede. Una notte sogna la caduta della luna, ma il satellite cade davvero. Lo spettacolo si snoda tra poesia e racconto, tra parola e musica, creando un mondo senza tempo, in cui la realtà perde a poco a poco significato per la misteriosa caduta della Luna. Ma, come succede nelle favole, sarà proprio questa rovinosa caduta, presagio di cambiamento, a trasformare i personaggi e a illuminare di luce nuova il mondo.
Parallelamente alla stagione teatrale, si dipanerà il ciclo di incontri L’isola delle femmine: prima degli spettacoli, alle 19.30, nel bar di Villa Tasca dieci scrittrici siciliane parleranno dei loro libri e di letteratura in generale, mentre il pubblico potrà gustarsi l’aperitivo. Gli incontri, introdotti da Alessio Arena, si arricchiranno con le letture curate da Gigi Borruso. Dal 27 giugno al 26 luglio si alterneranno le scrittrici Rosemarie Tasca d’Almerita, Evelina Santangelo, Stefania Auci, Giuseppina Torregrossa, Agata Bazzi, Anna Chisari, Sarah I. Belmonte, Beatrice Monroy, Nadia Terranova, Costanza DiQuattro. Ognuna di loro sceglierà un proprio romanzo come spunto di conversazione, tranne Stefania Auci del parlerà de L’inferriata di Laura Di Falco, nata a Canicattini Bagni nel 1910 e scomparsa a Roma nel 2002.
“In questi anni – spiega Pamela Villoresi – mi sono immersa nella letteratura contemporanea della Sicilia, volevo ripercorrere il suo vissuto e riscoprirne gli eventi attraverso le storie della gente. Quante straordinarie scrittrici sta partorendo la Sicilia: ognuna col suo stile, la sua fantasia, la propria angolatura e i propri sentimenti, ma tutte con un profondo amore e senso di appartenenza a questa terra. Grazie a loro ho conosciuto più da vicino la storia dell’Isola e il suo dipanarsi, nel vissuto delle case, delle famiglie e dei suoi protagonisti, reali o immaginari che siano: tutti frutto di un’osservazione attenta e affettuosa. Ma ho anche notato che non tutte le scrittrici siciliane sono conosciute qui, nell’isola, o lette abbastanza. L’idea dell’Aperitivo letterario nasce proprio da questo. Sarà un piacere ascoltare bei racconti al fresco degli alberi di Villa Tasca, con un bicchiere in mano. Racconteremo libri insieme alle autrici e ai nostri attori”.
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