Rinviato a giudizio con le accuse di stalking, lesioni aggravate e violenza privata. Non si rassegna alla fine della loro relazione e inizia a perseguitare l’ex fidanzata, una giovane donna appartenente alle forze dell’ordine, minacciando di screditarla con i suoi superiori, tempestandola di telefonate e messaggi e picchiandola.
Un’amica della ragazza, che avrebbe cercato di farlo desistere, sarebbe pure finita nel mirino del giovane che l’avrebbe aggredita stringendole le mani al collo e dicendole che se lo avesse denunciato le avrebbe bruciato l’auto. Un’ulteriore accusa di violenza privata, del tutto sganciata dalle altre, infine, ha come presunta vittima un giovane medico in formazione: la ragazza sarebbe stata costretta contro la sua volontà ad arrestare la marcia farlo salire e, in un secondo momento, sarebbe stata cinta con la forza e costretta ad ascoltarlo. Un ventinovenne di Naro, che nelle scorse settimane è stato sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alle vittime (la procura chiedeva gli arresti domiciliari col braccialetto elettronico), è stato adesso rinviato a giudizio. A disporlo è stato il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo.
Le tre presunte vittime, che lo hanno denunciato facendolo finire a processo, si sono costituite parte civile con l’assistenza degli avvocati Giuseppe Pedalino, Francesco cristian Schembri e Salvatore Virgone. La prima udienza del processo è stata fissata per il 12 settembre davanti al giudice Nicoletta Sciarratta.
Gli episodi al centro della vicenda risalgono alla scorsa estate. Il ventinovenne, non accettando la fine della relazione con un’appartenente alle forze dell’ordine, avrebbe iniziato a tempestarla di telefonate e messaggi. Lo scorso luglio, dopo un litigio, l’avrebbe minacciata di avvisare i suoi superiori dei rapporti che, a suo dire, teneva con un drogato. E poi ancora, qualche settimana dopo, le avrebbe detto che avrebbe inviato una pec alla sua amministrazione accusandola di avere rapporti con familiari di mafiosi aggiungendo pure di avere delle foto che avrebbero potuto confermarlo. “Adesso ti faccio vedere chi sono io, tu non sei nessuno”, le avrebbe detto dopo averla raggiunta nei pressi di un locale e averle battuto con violenza le mani sul petto. Quando la ragazza avrebbe provato ad allontanarsi entrando in auto, venendo nel frattempo aiutata da un’amica, il ventinovenne l’avrebbe spinta e colpita con uno schiaffo al volto. ”
“Denunciami se hai il coraggio”, le avrebbe gridato provocandola. Prima che riuscisse ad allontanarsi, la stessa ex fidanzata sarebbe stata nuovamente strattonata e colpita con alcuni calci alle gambe. Nel mirino del giovane sarebbe, così, finita anche l’amica che lo ha denunciato per stalking ma la Procura ha qualificato il fatto come tentata violenza privata. La donna sarebbe stata prima aggredita per avere provato a farlo desistere dall’invio delle pec denigratorie nei confronti dell’ex fidanzata, poi sarebbe stata aggredita e, infine, le sarebbe stato impedito con la violenza di allontanarsi con l’auto. L’accusa di violenza privata ai danni del giovane medico è del tutto sganciata dagli altri episodi.
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