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Pescatore condannato a 15 anni per femminicidio

L'imputato, che aveva prima confessato, per poi ritrattare, aveva ammesso di averla strangolata e di averne fatto sparire il corpo, portandolo in auto sul promontorio che sovrasta Palermo

La prima sezione della Corte d’assise di Palermo ha condannato a 15 anni Damiano Torrente, un pescatore della borgata marinara dell’Acquasanta, che rispondeva dell’omicidio di Ruxandra Vesco, 33 anni, romena di origine, sparita nel nulla nel 2015.

Sebbene la scomparsa non fosse mai stata denunciata, nel 2017 Torrente aveva portato gli investigatori della Squadra mobile su un dirupo del monte Pellegrino, facendo ritrovare i resti della donna, chiusi in un sacco nero.

L’imputato, che aveva prima confessato, per poi ritrattare, aveva ammesso di averla strangolata e di averne fatto sparire il corpo, portandolo in auto sul promontorio che sovrasta Palermo.

Nonostante la richiesta di una condanna a 25 anni, l’avvocato Alessandro Musso ha ottenuto le attenuanti generiche per il suo assistito, ma ora farà appello per continuare a sostenere che Torrente sarebbe stato solo a conoscenza del luogo dell’occultamento del cadavere: secondo la difesa, se l’uomo si è autoaccusato, lo avrebbe fatto solo per via di una personalità narcisista, che, come da perizia, lo porterebbe a vantarsi e ad esporsi anche per fatti mai commessi. Il collegio presieduto da Sergio Gulotta però non ha aderito a questa tesi.


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