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Pg della Corte Conti, indagine sulla spesa della Regione siciliana dopo la mancata parifica

Secondo il procuratore generale della Corte dei Conti, Pino Zingale, "non mancherà di avere serie conseguenze sugli esercizi successivi"

Foto: Ansa.it

La mancata parifica del rendiconto della Regione siciliana per il 2020, secondo il procuratore generale della Corte dei Conti, Pino Zingale, “non mancherà di avere serie conseguenze sugli esercizi successivi“.

Appare evidente che per un certo periodo la Regione ha speso somme delle quali non aveva la giuridica disponibilità, dovendole, invece, destinare al ripiano del disavanzo“, ha sostenuto Zingale nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti in Sicilia. Avere cristallizzato “una fattispecie di mala gestio delle finanze regionali” ha affermato il magistrato contabile, “impone a questa Procura i necessari accertamenti al fine di verificare la sussistenza o meno di eventuali responsabilità amministrative connesse alla constatata artificiosa dilatazione del potere di spesa“.

Nel 2023 condanne per circa 11 milioni di euro – In materia di contabilità pubblica nel corso del 2023 la Sezione giurisdizionale per la Regione siciliana, ha tenuto, ha spiegato la presidente Anna Luisa Carra nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, a Palermo, 35 udienze collegiali per la trattazione dei giudizi di responsabilità amministrativa con rito ordinario e dei giudizi di conto, oltre a 27 udienze camerali collegiali e a 5 udienze monocratiche per i riti speciali e per altri procedimenti. A inizio anno, erano pendenti 126 giudizi; nel corso dell’anno ne sono stati introdotti 141 (108 di responsabilità, 11 di conto, 20 per resa di conto e 2 ad istanza di parte) e definiti 140 giudizi, di cui 101 di responsabilità, 14 di conto, 4 ad istanza di parte e 21 per resa di conto. Per i giudizi di responsabilità amministrativa sono state emesse 77 sentenze nei confronti di 160 convenuti. Quanto agli esiti, sono state emesse 52 sentenze di condanna, 10 di assoluzione e 15 con altra formula. L’importo delle condanne ammonta a 10.883.095 euro.

In relazione ai riti speciali, previsti dal codice di giustizia contabile con finalità deflattive del contenzioso e per ottenere un rapido introito, sono stati emessi 6 decreti di ammissione al rito abbreviato, previa determinazione della somma da versare all’Erario e ne sono stati definiti 13 con sentenza, con un recupero immediato di 420.988 euro. Sono state emesse 2 sentenze per giudizi di responsabilità sanzionatoria, con importo di condanna di 36.798 euro e due decreti per responsabilità sanzionatoria. In materia cautelare sono stati chiesti dalla procura 2 sequestri conservativi. Dei 108 giudizi depositati nel 2023 dalla procura regionale, sottolinea la presidente della Sezione giurisdizionale per la Regione siciliana, 66 riguardano responsabilità contestata a titolo di dolo e 24 a titolo di colpa grave, “segno che le fattispecie colpose già sono assoggettate a un vaglio rigoroso da parte della magistratura inquirente“.

Il processo contabile è abbastanza celere: il tempo medio intercorrente tra la data di deposito dell’atto di citazione e quello della sentenza è di 160 giorni, mentre quello che decorre dalla data di discussione in udienza al deposito della sentenza è di 37. La procura ha portato all’attenzione del Giudice fascicoli complessi sotto il profilo tecnico-giuridico, corredati da corposi impianti documentali che hanno sollecitato difese altrettanto articolate e documentate da parte degli avvocati difensori, demandando al Giudice la decisione su questioni di rilievo sulle quali la Sezione si è confrontata, cercando di rendere al meglio -con le sue decisioni – la giustizia 10 nel caso concreto, come emergente dagli atti processuali. Nel corso del 2023, a fronte di 91 sentenze emesse (tra giudizi di responsabilità e di conto) sono stati introdotti 9 atti di appello da parte della procura (di cui 5 relativi a sentenze emesse nel 2023) e 25 atti di appello delle parti private (di cui 11 relativi a sentenze emesse nel 2023), secondo un rapporto del tutto fisiologico all’attività giurisdizionale dei due gradi di giudizio.

Fondi UE e Pnrr, controlli inefficaci – Nel corso del 2023 sono stati definiti 11 giudizi relativi ad indebite percezioni di contributi pubblici ed altri 10 giudizi sono stati introdotti nel corso dell’anno, con udienza fissata nel 2024. L’elemento soggettivo contestato, in queste fattispecie, è quello del dolo, in concorso, in certi casi, a titolo di colpa grave, con i responsabili dei centri di assistenza agricola. E’ quanto sottolinea la presidente della Sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Regione siciliana, Anna Luisa Carra.

La giurisdizione della Corte su tali fattispecie, afferma, “è ormai pacificamente acclarata da ripetute pronunce della Corte di cassazione”. Sono state scrutinate fattispecie di rilevante entità, che hanno disvelato, attraverso complesse indagini della guardia di finanza, sistemi frodatori operanti attraverso la compartecipazione di società facenti parte dello stesso nucleo familiare nell’ambito del quale venivano effettuate transazioni commerciali e finanziarie che utilizzando la tecnica della sovrafatturazione, riuscivano a coprire con i contributi pubblici anche la quota-parte a carico dell’impresa richiedente. Si tratta di un fenomeno diffuso e preoccupante, che lascia presagire che le fattispecie emerse rappresentino la punta dell’iceberg, “e che facciano parte – avverte Carra – di un più complesso e ramificato sistema illecito di truffe ai fondi comunitari controllato – sovente – da associazioni criminali. Non ci sono elementi per escludere che detti sistemi illeciti non possano riguardare anche l’utilizzazione dei fondi comunitari del Pnrr“.

Preoccupa lo “scudo erariale” per impunità –  Non può essere sottaciuta la sfida che impegna oggi e per i prossimi anni tutti gli apparati pubblici destinatari delle ingenti risorse del Pnrr alla corretta utilizzazione dei relativi fondi, all’importanza del funzionamento di sistemi efficaci e trasparenti di gestione con correlative responsabilità finanziarie nonché di un effettivo controllo, da parte di organi giurisdizionali indipendenti, sulle azioni od omissioni compiute dall’Autorità di gestione, oltre al recupero dei fondi indebitamente erogati In tale contesto si inscrivono le preoccupazioni più volte palesate anche dai vertici della Corte sulla disposizione normativa dello ‘scudo erariale’, emanata nel contesto emergenziale da Covid-19 che ha escluso fino al 31 dicembre 2021 la responsabilità per condotte gravemente colpose dei soggetti sottoposti alla giurisdizione della Corte dei conti, prevedendo che in caso di danni, conseguenti alla condotta attiva del soggetto agente, la responsabilità sia limitata ai casi di dolo e mantenendo ferma la responsabilità a titolo di colpa grave solo in caso di danni conseguenti a condotte omissive o ad inerzia del soggetto agente”. A lanciare l’allarme la presidente della Corte dei conti per la Regione siciliana, Anna Luisa Carra, in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario a Palermo. “Detta disposizione è stata oggetto di proroga dapprima fino al 30 giugno 2023 e successivamente fino al 30 giugno 2024 – ha sottolineato – sono in corso, peraltro, iniziative legislative per un’ulteriore estensione di detta proroga fino al 31 dicembre 2024“. La norma in questione ha recato una prima importante novità che attiene alla specificazione del concetto di “dolo”, operata con l’inciso: “la prova del dolo richiede la dimostrazione della volontà dell’evento dannoso”.


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