È stato picchiato selvaggiamente da cinque giovani per avere ripreso col cellulare un’autovettura che scorrazzava per i viali della villa Bonfiglio, principale giardino pubblico dell’Agrigento, che da qualche anno è priva di recinzioni esterne e accessibile a tutte le ore del giorno e della notte. I carabinieri stanno ricostruendo nei dettagli l’episodio di giovedì sera di cui ne ha fatto le spese un 59enne le cui condizioni, peraltro, si sono aggravate tanto che oggi è stato sottoposto a un intervento chirurgico in un ospedale palermitano alla mandibola fratturata a causa dei pugni ricevuti. La vittima del pestaggio si è rivolta a un legale, l’avvocato Antonio Provenzani, e nei prossimi giorni, quando le sue condizioni di salute lo consentiranno, presenterà un’articolata querela ai militari che lo hanno già interrogato dopo averlo raggiunto per interrogarlo all’astanteria del pronto soccorso del San Giovanni di Dio dove gli è stata pure suturata una ferita alla testa con cinque punti.
L’uomo ha raccontato che, mentre si trovava seduto al bar insieme a un conoscente, ha notato un’autovettura che scorrazzava per i viali della villa dove i mezzi nemmeno potrebbero entrare. Il cinquantanovenne avrebbe così deciso di andare nel parco pubblico per documentare la circostanza e iniziare a riprendere il tutto. I cinque ragazzi, quindi, secondo la sua ricostruzione, sarebbero scesi per minacciarlo e obbligarlo a cancellare il video. L’uomo, in netta minoranza, avrebbe subito assecondato le richieste. Una delle due ragazze, a quel punto, gli avrebbe intimato di cancellarlo pure dal cestino e, a quel punto, ne sarebbe sorta una accesa discussione e una colluttazione in cui l’uomo sarebbe stato brutalmente colpito, cadendo poi a terra, provocandosi la frattura alla mandibola, diagnosticata in un secondo momento, e un trauma cranico. Un passante, notando l’aggressione parrebbe dall’esterno, ha chiamato i soccorsi. I carabinieri lo hanno trovato per terra quasi in stato di incoscienza. Nelle ore successive i presunti protagonisti dell’aggressione sono stati identificati: la loro versione è diversa rispetto a quella dell’uomo che, stando a quanto riferito dai ragazzi, avrebbe iniziato a colpirli per primo.
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