La giunta regionale ha approvato il Programma regionale triennale di interventi, cofinanziati dalla Cassa delle Ammende, in favore dei Centri per l’inclusione attiva degli istituti penitenziari per un importo massimo complessivo di 7 milioni e 800 mila euro per le annualità 2023, 2024 e 2025. Il programma è stato presentato dall’assessorato regionale della Famiglia e delle politiche sociali.
In particolare, i fondi a carico di Cassa Ammende, ente con personalità giuridica di diritto pubblico vigilato dal ministero della Giustizia, saranno un massimo di 2 milioni di euro per ciascuna delle tre annualità, mentre la quota di cofinanziamento a carico della Regione dovrà essere garantita in misura non inferiore al 30% del totale, pari a 600 mila euro annui.
L’assessorato regionale dell’Economia ha attestato una disponibilità sul capitolo “Fondo da utilizzarsi per i cofinanziamenti regionali” per l’esercizio finanziario 2023 di 2.871.758,57 euro e il dipartimento Famiglia ha già inoltrato a Cassa Ammende il modello per la presentazione della domanda di finanziamento del programma regionale triennale di interventi cofinanziati per l’anno 2022 specificando la data presunta di avvio del progetto al primo settembre 2023.
«Viene così data continuità ai servizi attivati, finanziando le attività progettuali rivolte alla costituzione e all’implementazione di centri per l’inclusione attiva all’interno e all’esterno degli istituti penitenziari, per favorire il collegamento con i servizi territoriali, l’accesso alle misure alternative alla detenzione e l’inclusione sociale attraverso corsi di formazione professionale, tirocini lavorativi e accoglienza abitativa nell’ambito di percorsi individualizzati di reinserimento socio-lavorativo», dichiara l’assessore regionale alla Famiglia, Nuccia Albano.
Gli obiettivi che si intendono raggiungere sono: presa in carico individualizzata e di gruppo dei soggetti richiedenti e/o individuati con attenzione agli autori di reati di violenza sessuale e ai consumatori di “new addiction”; sostegno all’autonomia, alla genitorialità, interventi economici, abitativi, trasporto, attività ricreative e sportive in favore di figli minori; promozione dell’inserimento socio-lavorativo attraverso la messa in rete di opportunità formative e di lavoro già esistenti per i soggetti beneficiari, reingresso nella legalità ed emancipazione dallo svantaggio sociale per i soggetti che ne fanno richiesta.
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