“Recenti rilevazioni di Banca d’Italia sulle economie regionali ci dicono che se nel 2021 l’incidenza della povertà assoluta è scesa nel Nord, mantenendosi sostanzialmente stabile al Centro, ha invece continuato a crescere nel Mezzogiorno, dove risiede il 42,2% dei nuclei poveri con un’incidenza di questa povertà maggiore tra le famiglie con un maggior numero di componenti”. Lo dichiara il commissario regionale della Dc, Totò Cuffaro.
“In un contesto sociale ed economico come quello siciliano, in cui tale fragilità si accresce anche rispetto ai valori medi dello stesso Mezzogiorno, credo che, in piena sintonia con la linea tracciata dal Presidente Schifani, l’azione del Governo regionale – afferma – non potrà che orientarsi ad una rinnovata centralità delle politiche di welfare e di sostegno alla famiglia, alle quali restituire prospettiva strategica e respiro programmatico”.
“È vero – continua – che la Regione dispone già di una propria legge dedicata alla tutela e alla valorizzazione della famiglia, che in alcune parti è da aggiornare ed in molte altre ancora da attuare garantendole i fondi necessari, così come di significative risorse all’interno del Programma FSE+ Sicilia 2021/2027 destinate a priorità quali l’inclusione sociale e la lotta alla povertà insieme ad azioni sociali innovative da realizzare nell’ambito di micro-sistemi come quelli delle aree interne della Sicilia”.
“Ma nello svolgimento di questo percorso c’è un compagno di viaggio irrinunciabile: è il Terzo Settore. Nella prospettiva di un principio di sussidiarietà chiaramente indicato dalla nostra Costituzione e valorizzato anche da recenti sentenze della Corte Costituzionale va definitivamente abbandonata l’idea per la quale – prosegue – è solo l’attività delle Istituzioni pubbliche a potere realizzare l’interesse generale riconoscendo, invece, che tale compito ben può essere svolto grazie all’autonoma iniziativa dei cittadini attraverso quelle espressioni di una società solidale rappresentata proprio dagli organismi del Terzo Settore siciliano”.
“Forti del loro ruolo, esercitato con creatività e responsabilità, essi costituiscono oggi una capillare rete di welfare territoriale in grado di riconoscere i bisogni e farsi carico delle povertà vecchie e nuove, dell’universo della disabilità e degli anziani così come delle azioni educative a promozione e sostegno della giustizia, della legalità e della cittadinanza attiva. È questa la prima risorsa da riconoscere e valorizzare, facendo degli strumenti della co-programmazione e della co-progettazione già previsti dal Codice del Terzo Settore il nuovo e condiviso linguaggio del welfare siciliano“, conclude. “Recenti rilevazioni di Banca d’Italia sulle economie regionali ci dicono che se nel 2021 l’incidenza della povertà assoluta è scesa nel Nord, mantenendosi sostanzialmente stabile al Centro, ha invece continuato a crescere nel Mezzogiorno, dove risiede il 42,2% dei nuclei poveri con un’incidenza di questa povertà maggiore tra le famiglie con un maggior numero di componenti”. Lo dichiara il commissario regionale della Dc, Totò Cuffaro.
“In un contesto sociale ed economico come quello siciliano, in cui tale fragilità si accresce anche rispetto ai valori medi dello stesso Mezzogiorno, credo che, in piena sintonia con la linea tracciata dal Presidente Schifani, l’azione del Governo regionale – afferma – non potrà che orientarsi ad una rinnovata centralità delle politiche di welfare e di sostegno alla famiglia, alle quali restituire prospettiva strategica e respiro programmatico”.
“È vero – continua – che la Regione dispone già di una propria legge dedicata alla tutela e alla valorizzazione della famiglia, che in alcune parti è da aggiornare ed in molte altre ancora da attuare garantendole i fondi necessari, così come di significative risorse all’interno del Programma FSE+ Sicilia 2021/2027 destinate a priorità quali l’inclusione sociale e la lotta alla povertà insieme ad azioni sociali innovative da realizzare nell’ambito di micro-sistemi come quelli delle aree interne della Sicilia”.
“Ma nello svolgimento di questo percorso c’è un compagno di viaggio irrinunciabile: è il Terzo Settore. Nella prospettiva di un principio di sussidiarietà chiaramente indicato dalla nostra Costituzione e valorizzato anche da recenti sentenze della Corte Costituzionale va definitivamente abbandonata l’idea per la quale – prosegue – è solo l’attività delle Istituzioni pubbliche a potere realizzare l’interesse generale riconoscendo, invece, che tale compito ben può essere svolto grazie all’autonoma iniziativa dei cittadini attraverso quelle espressioni di una società solidale rappresentata proprio dagli organismi del Terzo Settore siciliano“.
“Forti del loro ruolo, esercitato con creatività e responsabilità, essi costituiscono oggi una capillare rete di welfare territoriale in grado di riconoscere i bisogni e farsi carico delle povertà vecchie e nuove, dell’universo della disabilità e degli anziani così come delle azioni educative a promozione e sostegno della giustizia, della legalità e della cittadinanza attiva. È questa la prima risorsa da riconoscere e valorizzare, facendo degli strumenti della co-programmazione e della co-progettazione già previsti dal Codice del Terzo Settore il nuovo e condiviso linguaggio del welfare siciliano“, conclude.
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