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Primarie Pd, Stefano Bonaccini in tour in Sicilia. “Perdiamo da molti anni, va cambiata dirigenza”

"Del ponte sullo Stretto se ne parla da molti anni, non mi pare che sia la priorità"

“Sono stato a Bruxelles di recente ho incontrato la presidente Roberta Metsola e anche quattro commissari. Era il giorno in cui Zelensky è stato al Parlamento europeo: a me pare che ci stiamo emarginando da soli, d’altra parte le troppe critiche del passato all’Unione europea portano ad avere la diffidenza degli altri”. Cosi Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria nazionale del Pd a Messina durante un incontro al Palacultura. “Se penso che Mario Draghi- prosegue – prima era nella foto su un treno con i leader tedeschi e francesi verso l’Ucraina; è evidente che ora c’è qualcosa che non torna, sarebbe un peccato perché l’Italia è un grande Paese deve giocare un ruolo da protagonista, ho l’impressione che si stia tornando indietro, mi auguro che questa Destra ci rifletta perché l’Italia ha bisogno di tutto meno che di essere emarginata”.

“Sono tanti i problemi aperti che andrebbero affrontati insieme in Europa dal tema dei fondi del Pnrr al costo delle materie prime, ai migranti e la guerra in Ucraina, non stiamo producendo una grande figura spero che ci sia modo di rivedere la politica messa in campo” ha proseguito il candidato alla leadership del Partito democratico. “Sugli sbarchi – ha aggiunto – l’ultimo dell’anno a Ravenna, nella mia regione, abbiamo dato una mano, abbiamo fatto sbarcato 113 persone disperate tra cui molte donne, bambini, neonati. Ho detto al ministro Piantedosi che tutte le volte che avranno bisogno noi ci saremo perché l’umanità e la solidarietà non si danno a corrente alternata a secondo del colore politico del governo che te lo chiede, ma la si dà sempre. Però loro hanno fatto la battaglia contro le Ong e gli sbarchi sono decuplicati sullo stesso periodo dell’anno scorso. La presidente del Consiglio è andata in Europa a chiedere la solidarietà alla Svezia e all’Ungheria e le hanno detto prima gli svedesi e gli ungheresi: quando per troppo tempo semini vento con la propaganda dell’opposizione, poi quando vai a governare rischi di raccogliere tempesta”.

“Del ponte sullo Stretto se ne parla da molti anni, non mi pare che sia la priorità” ha affermato ancora il presidente dell’Emilia Romagna a Messina, rispondendo alle domande dei giornalisti. “In questa regione – ha proseguito – c’è un problema di collegamenti stradali e autostradali che avrebbero bisogno di essere risolti prima di pensare al ponte sullo Stretto, credo che non sia una priorità come invece lo sono le politiche industriali, le politiche infrastrutturali e politiche per il turismo”. 

“Il reddito di cittadinanza va assolutamente difeso nella parte di assistenza a chi è senza lavoro e disperato” ha detto ancora Stefano Bonaccini parlando di reddito di cittadinanza. “Quando sento un politico dire che va cancellato – ha aggiunto – penso che questo stia molto bene perché solo un disperato può capire il valore di ricevere dallo Stato un sussidio per dare da mangiare ai propri figli. Sono stato il primo presidente di Regione che nel 2016 introdusse a livello regionale il reddito di solidarietà che è una misura simile. Così com’è  però non funziona: a fianco del reddito di cittadinanza servono politiche attive per il lavoro, perché se sulla parte assistenziale ha funzionato, è completamente mancata la parte della reintroduzione nel mercato del lavoro”. “Vengo da una terra – ha proseguito – che mi ha insegnato fin da bambino che il lavoro è una delle prime forme di dignità. Se penso al Mezzogiorno credo che ci sia bisogno, accanto al reddito di cittadinanza, di creare posti di lavoro, solo che per farlo servono politiche industriali serie, politiche infrastrutturali, politiche attive per il lavoro e credo che servirebbe una misura come la decontribuzione secca per i nuovi assunti per rendere una opportunità  per le imprese investire, avere la certezza, per anni, di sapere che c’è  una agevolazione fiscale quindi il reddito di cittadinanza  non si cancella, ma così come è non basta va cambiato e migliorato”. 

“Perdiamo le elezioni da parecchi anni, quindi innanzitutto bisogna cambiare il gruppo dirigente che, tra l’altro, nella gran parte di quelli che hanno gestito il partito negli ultimi anni, non mi sta sostenendo – ha spiegato – partendo dai territori e dando più valore a loro. Noi comunque stiamo governando nel 70 per cento dei comuni italiani ed è davvero incredibile che mentre continuiamo a perdere le elezioni politiche, governiamo in così tanta parte del Paese, diamo l’idea che abbiamo una squadra allenata che così numerosa non ha nessun altro partito, bisogna pescare da lì e dai territori e soprattutto bisogna avere  una identità molto più precisa. Dobbiamo essere considerati il partito del lavoro  che mette le politiche attive per il lavoro  garantisca opportunità per le imprese serie e sane, difenda la scuola e la sanità pubblica”.

Dopo l’incontro a Messina, Bonaccini ha proseguito il suo tour siciliano a Catania. “Non siamo né meglio né peggio degli altri. Se qualcosa funziona da noi in Emilia Romagna può funzionare anche nel Paese. Il fatto che da noi funzionino bene gli asili nido e abbiamo già introdotto la lingua inglese, e li renderemo via via negli anni gratuiti, deve diventare, come scritto nel programma, una politica nazionale. Dopodiché – aggiunge – ogni territorio ha bellezze, particolarità e peculiarità. L’importante è garantire che possano essere espresse. Il problema quindi non è fare dell’Italia l’Emilia Romagna, però buone pratiche che funzionano lì non si capisce perché non possano funzionare da altre parti”. 

“Noi del Pd da soli non potremo vincere. Ma deve esser chiaro a chi abbiamo alla nostra destra e alla nostra sinistra che senza il Partito democratico è impossibile una alternativa alle destre. Se 5Stelle e Terzo polo vorranno sempre andare da soli, resteranno i migliori alleati della destra a rimanere lì trent’anni” ha detto ancora a Catania. “Sui tagli alla sanità pubblica, se divento segretario, proporrò agli amici dei 5stelle e del Terzo polo che almeno su questo proviamo a fare un po’ di opposizione, ognuno con la propria autonomia al governo Meloni, diamo una idea che c’è una alternativa. Troviamo argomenti come questo in cui provare a costruire l’idea che in futuro potrebbe essere costruita una alleanza”.

“Non ci sono alleanze politiche nazionali vicine. La prima elezione in cui voterà tutto il Paese sarà fra poco più di un anno. Alle elezioni europee – ha concluso – si va con il proporzionale puro e non c’è il dovere di fare l’alleanza. Ma io vorrei che riscoprissimo la vocazione maggioritaria che è il contrario dell’autosufficienza. Andando tutti da soli abbiamo regalato alla destra, che ha preso poco più del 40% del voto reale dei cittadini, addirittura una rappresentanza parlamentare dei due terzi”.

Quindi l’incontro a Rosolini, nel Siracusano. “Se a chi è stato al governo del Paese tante volte, pur cambiando i governi, o in segreteria nazionale, pur cambiando i segretari, gli chiediamo per una volta di andare in panchina, io non penso che dobbiamo chiedere scusa” ha detto. “Con Veltroni eravamo più di 12 milioni di elettori del Pd. L’ultima elezione ne ha fatto perdere un altro milione e siamo scesi a poco più di 5 milioni. Quindi più che mandare via persone è bene che ognuno di noi si dia da fare per convincerne altre a venire“. Bonaccini ha anche detto di voler modificare, in caso di suo successo, le regole di ingaggio legate alle candidature di esponenti di primo piano del Pd. “Se dovessi essere eletto segretario – ha spiegato – non succederà mai più che nessuno del gruppo dirigente non si candidi nei collegi uninominali, cosa che non si era mai vista e che è il primo messaggio drammatico che si dà ai cittadini. Per essere eletti nei comuni, in Regione, persino in Europa, si deve correre mettendoci la faccia e sottoponendosi giustamente al giudizio dei cittadini. Se sei leader lo si vede nel rapporto con il consenso dei territori, non perché te lo indica qualcuno. Se non cambia la legge elettorale, che va riconosciuto è pessima, vi garantisco che la prossima volta in provincia di Siracusa o in Sicilia o in tutta Italia, le candidate del Partito democratico li sceglierete voi con le primarie”.

“Decontribuzione secca del 30% per i nuovi assunti. Se a un imprenditore permetto di avere uno sconto fiscale del 30% per un contratto di assunzione stabile, io son convinto che anche l’imprenditore avrà interesse, vista anche la carenza di capitale umano. E intanto cominciamo a dare una prospettiva a una intera generazione, quella dei nostri figli, che, al di là del titolo di studio, è precaria in questo Paese. È così anche al nord non solo al sud, e noi non ce lo possiamo permettere. Così come, se divento segretario, la prima battaglia popolare che faremo sarà di raccogliere firme, davanti ai luoghi di lavoro, nei mercati, nelle piazze, per introdurre il salario minimo legale. Serve una legge che dica che è vergognoso lavorare a due, tre, quattro euro l’ora, senza alcuna tutela. Non è un Paese civile quello che si comporta così” ha continuato il candidato alla leadership del Pd.


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