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Processo Ultra, l’appello conferma le condanne al clan

Il clan di Cosa Nostra aveva tentato di imporre il pizzo, anche appiccando un incendio alla saracinesca d’ingresso del loro punto vendita di Barrafranca

Qualche sconto di pena e alcune assoluzioni parziali, ma sostanzialmente la Corte d’appello di Caltanissetta ha confermato le 18 condanne di primo grado al processo scaturito dall’operazione antimafia Ultra, condotta dai carabinieri del Ros. Il processo riguarda il filone dei traffici di Cosa Nostra di Barrafranca (En) e le attività di Alessandro Salvaggio, 86 anni, uno dei presunti capi della cosca per il quale  è stata confermata la condanna a 20 anni per associazione aggravata di stampo mafioso. La prima sezione penale della Corte nissena, , presidente Giovanbattista Tona, consiglieri Alberto Davico e Giuseppina Chianetta, ha escluso l’accusa di essere uno dei capi del gruppo di trafficanti di droga per Luigi Fabio La Mattina, difeso dall’avvocato Angelo Tambè.

Per La Mattina la pena scende dai 23 anni inflitti in primo grado a 15 anni. Pene ridotte da 13 a 12 anni per Marco Vaccari, da 15 a 13 anni per Luigia Bellomo e da 11 a 8 anni per Calogero Ferreri. Confermate le assoluzioni per Giuseppe Emilio Bevilacqua, figlio maggiore del defunto boss Raffale, difeso dall’avvocato Gaetano Giunta e per Salvatore Salvaggio, figlio di Alessandro. Confermate le condanne a 14 anni per Davide e Valentino La Mattina e  Giovanni Strazzanti, a 13 anni 6 mesi per Giuseppina Strazzanti, a 13 anni per Massimo Riggi, a 12 anni per Adriano Giuseppe Bevilacqua anche lui figlio del boss Raffaele, e per Andrea Blasco, Filippo Bonelli, Angelo Cutaia e Vincenzo Russo, a 9 anni per Abigail Bellomo, a 7 anni per Dario La Rosa, a 5 anni per Rosetta Bellomo. Le accuse, a vario titolo, vanno dal traffico di stupefacenti alla tentata estorsione. Alessandro Salvaggio è stato condannato anche a rifondere le spese di costituzione di parte civile ad uno dei più grossi gruppi imprenditoriali della grande distribuzione alimentare.

Il clan di Cosa Nostra aveva tentato di imporre il pizzo, anche appiccando un incendio alla saracinesca d’ingresso del loro punto vendita di Barrafranca. I 18 condannati dovranno anche rifondere, in solido tra loro, le spese di costituzione a giudizio del Comune di Barrafranca, che si è costituito parte civile. L’operazione Ultra, scattata nel 2020 ha portato un anno dopo, allo scioglimento per mafia degli organi politici ed amministrativi del Comune di Barrafranca, poi costituito parte civile con la nuova amministrazione di centrosinistra del sindaco Giuseppe Lo Monaco.


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