Mobilitazione a Palermo a seguito della notifica a una studentessa palermitana della condanna in qualità di promotrice della manifestazione studentesca del 4 febbraio del 2022, organizzata dal coordinamento Studenti palermitani per protestare contro l’alternanza scuola-lavoro. Nelle settimane precedenti si era registrata la morte di due ragazzi durante gli stage. La studentessa – è stato spiegato in un incontro al Laboratorio Sociale Malaspina – è stata condannata a pagare 110 euro e a 5 giorni di arresto, convertiti in una multa complessiva di 660 euro. L’accusa è quella di aver violato i decreti anti Covid, che autorizzavano solo presidi statici, e aver “istigato i manifestanti” a procedere in corteo da piazza Politeama a piazza Verdi.
“La responsabilità penale di una libera scelta di espressione del dissenso, condivisa da tutta la piazza, ricade secondo la questura unicamente su una singola persona – ha dichiarato la studentessa condannata, Ludovica Di Prima – il divieto, arrivato la sera prima della manifestazione, veniva giustificato coi famosi decreti anti Covid e dunque con la scusa della diffusione del contagio, anche se ormai da tempo non vi erano più restrizioni in molti ambiti della vita pubblica”.
L’unica strada, che sembra quella scelta dall’avvocato difensore, è fare opposizione al decreto penale di condanna. “Quel giorno – continua Di Prima – centinaia di studenti decisero che non era giusto quel decreto anti Covid, che prevedeva restrizioni ormai quasi esclusivamente per le manifestazioni politiche, e si sono mossi in corteo, non potendo contenerla la rabbia per la morta di un coetaneo. Ridurre una scelta collettiva alla volontà di una singola persona, che secondo la questura ha istigato i manifestanti, è un processo repressivo molto comune e preoccupante”.
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