Ci siamo: tornano le Province. La notizia arriva da Palermo dove stamattina la Giunta regionale ha approvato la bozza del disegno di legge che le ripristinerà. La prima data utile per il voto dovrebbe essere l’autunno e questo rende ancora più entusiasmante, ma anche difficile, il cammino esclusivamente politico verso le amministrative previste tra due mesi. Il testo di legge arriverà prima in Commissione all’Ars e poi, dopo la ratifica, sarà definitivamente approvato.
“Anche oggi è una buona giornata perché andiamo avanti con il nostro programma. Con questa legge avremo un presidente della Provincia eletto direttamente dai cittadini. I consiglieri saranno soltanto 36 perché dobbiamo improntare la nostra politica a una logica di sobrietà. Ci sarà anche una rappresentanza di genere non inferiore a un quarto dei componenti. Le materie saranno identiche a quelle delle ex province come la manutenzione delle strade e degli edifici scolastici – ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, durante la conferenza stampa per illustrare il disegno di legge sulla riorganizzazione delle Province e delle Città metropolitane alla presenza anche del vicepresidente Luca Sammartino e dell’assessore regionale alle Autonomie locali, Andrea Messina -. Speriamo che ci possa essere una sessione elettorale per ottobre di quest’anno, ma è evidente che l’aula è sovrana. Ci auguriamo di avvicinarci a questa data perché approvare la riforma a marzo e poi attendere un anno per la sua applicazione non avrebbe senso. Ovviamente questo governo non si sottrarrà mai a un confronto sereno con le opposizioni”.
Oggi è stato quindi avviato il percorso per la reintroduzione delle Province in Sicilia, con l’elezione diretta di presidenti e Consigli. L’abolizione degli enti intermedi, nove anni fa, con l’istituzione delle Città metropolitane e dei Liberi consorzi non ha mai funzionato: “con questo testo onoriamo un impegno assunto con i siciliani in campagna elettorale, e soprattutto diamo risposta a un’esigenza sentita non soltanto in Sicilia, ma in tutto il Paese, come dimostrano le iniziative legislative presentate in Parlamento e in fase avanzata di discussione. Per questo sono ottimista su un iter veloce in Ars, attraverso anche un confronto con tutte le forze politiche, rispetto al quale siamo sempre disponibili”, ha detto il presidente della Regione Renato Schifani, presentando il disegno di legge sulla riorganizzazione delle Province e delle Città metropolitane adottato in mattinata dalla giunta. Il testo riprende la proposta depositata in commissione Affari costituzionali del Senato, adattata al contesto normativo siciliano.
“La cancellazione delle Province, fortemente voluta dal governo dell’epoca e rivendicata dalle forze che lo sostenevano nel Parlamento regionale – ha aggiunto Schifani – partiva dal presupposto della riduzione dei costi della politica, ma ha determinato un vuoto nei processi decisionali e amministrativi che ha penalizzato in maniera evidente l’erogazione di servizi importanti per i cittadini e per la tutela del territorio, oltre a ridurre gli spazi di democrazia diretta e di espressione politica. Il numero di consiglieri e di assessori sarà inferiore rispetto a quello del passato, secondo una logica di sobrietà che guarda al contenimento dei costi e di snellezza e efficienza dei nuovi enti”.
Nel dettaglio, le Province saranno sei più le tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina; il progetto di riforma individua gli organi di governo e la loro composizione, introducendo la figura del consigliere supplente; stabilisce le quote rosa nelle liste, con almeno un quarto delle candidature riservato a donne; prevede la doppia preferenza di genere, come nei Comuni; introduce il collegio unico per l’elezione del presidente della Città metropolitana e della Provincia, la divisione della circoscrizione elettorale in collegi per l’elezione dei consiglieri provinciali, in modo da dare adeguata rappresentanza a tutti i territori. Per le province con popolazione superiore al milione di abitanti sono previsti 36 consiglieri e massimo 9 assessori; per quelle tra cinquecentomila e un milione di abitanti, 30 consiglieri e fino a 7 assessori, mentre quelle con meno di 500.000 abitanti potranno eleggere 24 consiglieri e le giunte avranno massimo sei assessori. Il ddl fissa le competenze dei nuovi organismi.
“L’atto varato oggi dalla Giunta – ha detto Sammartino – è il primo grande passo di un processo di riorganizzazione del sistema degli enti locali in Sicilia. Una tappa importante all’insegna della grande collegialità politica con cui opera questo governo, per garantire risposte concrete e servizi efficienti ai siciliani”.
“Finalmente, dopo anni di commissariamento – ha aggiunto Messina – si intravede il traguardo del ripristino delle Province. L’obiettivo del disegno di legge del governo è quello di riorganizzare e di ricostruire tutti quei servizi e le funzioni che in questi anni sono stati abbandonati, dalla viabilità all’edilizia scolastica degli istituti superiori. L’auspicio è che si vada al voto già nel prossimo autunno o nella prossima primavera, considerato che ci sono delle condizioni che non dipendono soltanto dalla Regione”.
Il sistema elettorale adottato sarà il proporzionale con metodo D’Hondt per l’assegnazione dei seggi alle liste. L’entrata in vigore della legge, dopo l’approvazione in Assemblea regionale, è condizionata all’abrogazione della legge Delrio da parte del Parlamento nazionale.
La prossima settimana la bozza approderà in I Commissione Affari Istituzionali dove il presidente, Ignazio Abbate, assieme ai componenti della commissione ne esaminerà attentamente i contenuti proponendone eventuali modifiche o integrazioni.
“La cosa più importante – commenta il presidente della I Commissione – è che finalmente verrà restituito ai cittadini il diritto fondamentale di scegliersi i propri rappresentanti anche a livello provinciale. Finalmente si manda in archivio un esperimento che giudico fallimentare sotto tutti i punti di vista. Gli obiettivi per i quali era stata pensata l’abolizione sono stati chiaramente mancati ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Non c’è stato nessun risparmio rispetto a quanto si pensava allora, visto che il personale è rimasto in servizio per tutti questi anni così come i vari commissari che hanno governato per oltre un decennio di proroga in proroga. A fronte del mancato risparmio, invece, sono venuti a mancare tantissimi servizi essenziali che garantiva prima la Provincia. Dalla manutenzione delle strade a quella del patrimonio immobiliare scolastico sono tantissime le mancanze della gestione commissariale dell’ente provinciale. Quando ho cominciato la mia avventura politica, nel 2007, la Provincia era un ente efficiente, vero raccordo tra la Regione e le Amministrazioni locali. Oggi non è niente di tutto ciò per cui ripristinare le elezioni era un atto dovuto che siamo riusciti a concretizzare dopo anni di rinvii. La prossima settimana mi arriverà in Commissione la bozza di legge che esamineremo attentamente ma l’obiettivo è quello di organizzare le elezioni per il prossimo autunno in modo da non perdere ulteriore tempo. Per me sarà un’emozione speciale perché la storia della provincia si era chiusa con la legislatura di cui facevo parte ed oggi si riaprirà anche grazie all’apporto della Commissione di cui mi onoro di essere presidente”.
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