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Qualità della vita, un quadro impietoso della Sicilia: maglia nera per quasi tutte le province

A pesare maggiormente per il sud è il gap che esiste tra Nord e Sud con un divario per il valore aggiunto per abitante che tocca persino i 50.000 euro pro capite

Un quadro impietoso della Sicilia e del Sud in generale, un’Italia sempre più divisa e a due velocità con 31 province del sud che occupano le ultime 40 posizioni della classifica sulla qualità della vita del Sole 24 ore, giunta alla 34º edizione.

Maglia nera per quasi tutte le province siciliane ma con qualche buono risultato: Enna che conquista 10 posizioni rispetto allo scorso anno e si ritrova tra le 5 province che migliorano la qualità della vita (è 90), Ragusa che conquista la fascia di migliore provincia in Sicilia (86º, una posizione in meno rispetto al 2022) seguita da Messina che resta stabile all’89º posto.

A pesare maggiormente per il sud è il gap che esiste tra Nord e Sud con un divario per il valore aggiunto per abitante che tocca persino i 50.000 euro pro capite. Palermo è la provincia in Italia con numero maggiore di famiglie a basso reddito cioè con un Isee inferiore a 7000 euro (54,2), Siracusa la provincia dove il divario di salario tra uomo e donna è il più alto (42,3% contro i 20,9% di Prato), Enna la provincia con il tasso più alto di fatture pagate dopo i 30 giorni, Siracusa con il tasso più alto di imprese in fallimento, Caltanissetta, Siracusa, Agrigento e Palermo si contendono gli ultimi posti dell’indicatore “giovani che non studiano e non lavorano”.

Tra gli indicatori positivi: bene Ragusa per il tasso di natalità (al secondo posto in Italia), Enna per i posti letto per specialità a elevata assistenza (quinta in Italia) e per i furti con strappo (1,94 ogni 100.000 abitanti), Messina al quinto posto per furti in abitazione, Palermo al terzo posto per addetti nelle imprese culturali, Agrigento al primo posto in Italia per amministratori comunali sotto i 40 anni (bene anche Enna al 4 posto e al 3º posto in Italia per amministratori comunali donna).

Gli indicatori presi in considerazione per stilare la classifica sono 90, di cui 17 aggiunti proprio quest’anno per avere un quadro più chiaro della situazione italiana. Aggiunti tra gli indicatori: le famiglie con isee sotto i 7000 euro, la velocità con cui vengono vendute le proprietà immobiliari, il “gender Pay gap” cioè il divario retributivo tra lavoratori e lavoratrici dipendenti del settore privato, l’aumento delle temperature rispetto alle medie stagionali.

Gli indicatori sono, come sempre, raggruppati in 7 macro aeree: ricchezza e consumi, affitti e lavoro, demografia, società e salute, ambiente e servizi, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero, indice della parità di genere. Questa la classifica generale per il 2023: Ragusa 86º, Messina 89º, Enna 90º, Catania 92º, Agrigento 94º, Palermo 95º, Trapani 99º, Siracusa 104º, Caltanissetta 106º. Prima in classifica in Italia è Udine seguita da Trento e Bologna.


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