fbpx

In tendenza

Raddoppio ferroviario Cefalù, Toto Costruzioni: “completeremo l’opera”

L'azienda assicura che i pagamenti saranno effettuati "entro la metà di marzo e nessuno sarà lasciato indietro"

Dopo la protesta dei sindacati che hanno annunciato lo stato d’agitazione al cantiere del raddoppio ferroviario Ogliastrillo-Castelbuono, Toto Costruzioni Generali precisa che il ritardo nel pagamento degli stipendi dei propri dipendenti “è al momento di 15 giorni rispetto alla consueta data di accredito, e non di due mesi come riferito, e che la società ha già messo in atto una serie di azioni e operazioni straordinarie di rifinanziamento per sostenere i flussi di cassa ed onorare così i propri impegni”. E assicura che i pagamenti saranno effettuati “entro la metà di marzo e nessuno sarà lasciato indietro”.

Il ritardo ad oggi maturato è conseguenza di “una temporanea tensione finanziaria della società, già in via di superamento”. Toto Costruzioni Generali ribadisce la “ferma volontà di completare l’opera”.

La ripartenza dello scavo della Galleria Cefalù “è infatti legata all’approvazione della perizia di variante da parte del committente per risolvere un problema progettuale, non ascrivibile a Tcg, e consentire la modifica dell’assetto di scavo della Tbm dalla modalità aperta alla Epb, ossia chiusa con bilanciamento al fronte di scavo”.

Oltre allo stallo di questo cantiere siciliano “incide certamente – afferma la società – anche la perdurante irresolutezza conseguente all’azione di esproprio della concessione per le autostrade A24 e A25 del Gruppo Toto, attraverso Strada dei Parchi, ad opera del precedente Governo”.

Con tale decisione, che il Tar del Lazio ha recentemente rinviato a una valutazione della Corte Costituzionale, la Toto che opera con diversi cantieri per conto della Strada dei Parchi ha subito una riduzione di attività oltre che un blocco parziale dei pagamenti per una cifra superiore ai 25 milioni di euro.

Ad oggi “la società Strada dei Parchi risulta essere creditrice nei confronti dello stato di circa 2,4 mld di euro di cui quasi 500 mln per crediti relativi alle manutenzioni eseguite e non rimborsate oltre a crediti per tariffe dapprima accordate se successivamente arbitrariamente bloccate. A fronte di questo però l’Anas ha aggredito la società imponendole di entrare in una procedura di protezione al fine di tutelare i propri creditori. La società è consapevole che le incertezze economiche di questo momento storico stanno toccando tutti e ringrazia tutti i propri collaboratori per lo spirito di squadra e la collaborazione, mai venuta meno, e riafferma con forza che i pagamenti saranno effettuati entro la metà di marzo e nessuno sarà lasciato indietro”.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni