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Rapina in banca con sequestro, 5 arresti a Palermo. Intercettati si vantavano delle loro “abilità”

Gli indagati si rallegravano dello stop subito dalla discussione politica sull’abolizione dell’uso delle mascherine, considerandolo una fortuna per i loro affari

La Polizia di Stato, su disposizione della procura di Palermo, ha fermato cinque persone gravemente indiziate di aver rapinato la filiale di banca Credem di Terrasini, sequestrando per una quarantina di minuti sei persone tra impiegati e clienti. Bottino del ‘colpo’, messo a segno il 4 aprile scorso, circa 84mila euro. Gli indagati, tutti pregiudicati, sarebbero specialisti di rapine in banca “in trasferta”.

La mattina del colpo tre uomini – travisati da cappelli e mascherine, taglierino in pugno – si sono introdotti nell’istituto di credito e hanno atteso l’apertura temporizzata del caveau: nel frattempo hanno costretto sotto minaccia uno dei cassieri a effettuare 10 prelievi da 2.000 euro dalle casse della banca. Prima di dileguarsi, hanno legato impiegati e clienti con delle fascette.

Le indagini  hanno consentito di identificare non solo i tre esecutori materiali ma anche altri due indagati, accusati di aver avuto un ruolo attivo nella rapina.

Uno dei cinque era sottoposto alla pena alternativa della semilibertà con onere di svolgere attività di volontariato presso un’associazione cittadina: circostanza sfruttata per crearsi un alibi il pomeriggio del 4, quando si è recato nella filiale indossando però gli stessi indumenti utilizzati durante il colpo. Un secondo fermato, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno per mafia, nell’occasione ha violato le prescrizioni imposte dalla misura non essendo autorizzato a recarsi fuori da Palermo.

Dalle intercettazioni è emerso che i fermati si vantavano delle loro abilità e dei commenti “positivi” ricevuti in coda a un articolo di stampa che parlava della rapina: circostanza che ha consentito, peraltro, di fissare dei punti temporali importanti in ordine alle responsabilità contestate. Non solo: gli indagati si rallegravano dello stop subito dalla discussione politica sull’abolizione dell’uso delle mascherine, considerandolo una fortuna per i loro affari: il travisamento, grazie alla mascherina, risulta meno sospetto.

Gli indagati, secondo gli investigatori, avevano intenzione di recarsi fuori sede, in particolare in alcune città del centro-nord, per compiere altre rapine: frequenti anche i ‘sopralluoghi’ in altre località della provincia, propedeutici ad altri colpi, uno dei quali – ai danni di una banca di un Comune limitrofo – sventato in extremis proprio durante le indagini. In sede di convalida il gip ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere.


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