“Utilizzare i percettori del reddito di cittadinanza per lavori di pubblica utilità al servizio dei cittadini. Non è ammissibile che in una città come Palermo, ma anche in altri comuni siciliani, dove esiste una serie di carenze nei servizi, non si possa far lavorare tantissime persone che ricevono un sussidio statale per stare a casa senza far niente”. Lo dice Totò Lentini, capogruppo dei Popolari e Autonomisti all’Ars e candidato sindaco del capoluogo siciliano.
“Abbiamo una platea in Sicilia che supera le 700mila persone e che coinvolge circa 300mila famiglie, secondo i dati ufficiali dell’Inps – ricorda Lentini – con un gettito complessivo del reddito di cittadinanza in Sicilia che ammonta a 1,7 miliardi, due punti di Pil. Non sono contrario alla misura che ha sostenuto le finanze di un siciliano su sette, contribuendo a supportare i consumi di tutti – prosegue Lentini – ma ritengo che sia profondamente ingiusto non far lavorare queste persone mettendole al servizio delle città siciliane, a partire da Palermo. Decine di migliaia di persone che, proprio a Palermo, città che soffre per carenza di servizi – sottolinea – potrebbero essere impegnate nel servizio di raccolta differenziata, di pulizia delle strade e delle ville, nel servizio di ingresso e uscita davanti alle scuole, soprattutto con il blocco delle assunzioni. Infine, potrebbero essere inseriti in una lista del collocamento per sostituire le fasce basse di personale che va in pensione dalla pubblica amministrazione. È ora di non ghettizzare queste persone facendole sentire un peso inutile per la nostra società”, conclude Lentini.
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